Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

12/11/2013

10 anni fa Nassiriya, un atto di resistenza del popolo iracheno

Oggi sono esattamente dieci anni da quella che i media italiani, in coro, chiamano la strage di Nassiriya. Non sfugge a nessuno lo strazio dei parenti delle vittime, il trauma psicologico dei sopravvissuti e dei congiunti dei sopravvissuti né il dramma di amici, commilitoni e di tutte le persone, a vario titolo, coinvolte direttamente o indirettamente in quella drammatica vicenda.

L'attribuzione delle responsabilità, morali e politiche, è però un'altra cosa rispetto al censimento dei morti, dei feriti, degli impazziti (in Usa altissimo, in Italia silenzio) generati dal periodo di invasione coloniale in Iraq. Già perché l'avventura italiana in Iraq è stata una invasione coloniale. A supporto di quella principale americana, dagli esiti disastrosi, nel tentativo di creare un paese medio-orientale perfettamente ricostruito da zero secondo esigenze, costumi ed interessi occidentali. Tentativo finito malissimo, per tutti, con l'Iraq che ancora oggi è scosso dalla guerra civile a oltre dieci anni dall'intervento americano che ha avuto l'effetto di scatenare il classico vespaio geopolitico.

Nassiriya è stata quindi un legittimo atto di resistenza contro un invasore, l'Italia, da parte di un popolo che, come tutti, ha diritto a trovare una propria strada. Popolo, quello di quella parte dell'Iraq, che vedeva molto male l'insediamento italiano nonostante la propaganda a reti unificate trasmessa in Italia. Popolo che, per quanto scosso da una guerra civile che pare infinita, non aveva certo necessità di un nuovo invasore.

Pochi giorni dopo Nassiriya, un ufficiale dell'intelligence americana disse "gli italiani sono stati vittime della loro stessa propaganda". Avevano cioè creduto che il mito degli "italiani brava gente", magari anche se in armi, fosse arrivato agli iracheni. Non fu così, come abbiamo visto e come fu mesi dopo per la battaglia dei ponti (maggio 2004), e fu un legittimo atto di resistenza da parte del popolo iracheno contro un'invasione. Di una potenza minore a supporto di una maggiore che cercava di tutelare i propri interessi nell'area. Il resto è propaganda e pure dozzinale.

Redazione 12 novembre 2013

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento