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25/10/2013

Prism, la crisi Merkel-Obama e l’Italia che ignora o non capisce

Visto che in Italia lo scandalo Prism è stato sottovalutato, anche da Grillo che sulla libertà in rete ha lanciato in passato temi interessanti, cominciamo da quanto accaduto in questi giorni a Francia e Germania.

Le più recenti rivelazioni in seguito al caso Prism, in Italia rappresentato meno della contesa tra lealisti e governisti nel centrodestra, hanno fatto luce sulle intercettazioni, di telefonate e dati, avvenute in territorio francese. Milioni di contatti che riguardano anche esponenti del governo e dell’élite economico-finanziaria del paese transalpino. Niente di diverso, a parte le minori proporzioni, da quanto accaduto con la Germania secondo le rivelazioni di questa tarda primavera.

Questa volta però lo scandalo ha coinvolto anche in Francia, proprio mentre Letta stava incontrando Obama senza, però, proferire parola su Prism. Nei giorni successivi, però, è scoppiato lo scandalo più grosso: è emersa la notizia dell’intercettazione del cellulare di Angela Merkel.

Ora, lo scandalo intercettazioni ha tanti risvolti. Due immediatamente comprensibili stanno nello spionaggio politico ed industriale che viene praticato, in epoca di concorrenza feroce tra sistemi economici e monetari, anche verso gli alleati. L’altro, proprio perché si tratta di intercettazioni su grandi numeri, ben oltre le decine di migliaia di persone, è legato alla necessità USA di mantenere il primato, tecnologico e manageriale, nell’economia dei big data. Su questo aspetto abbiamo già scritto un articolo dove si analizza la centralità dell’estrazione dell’analisi dei big data nell’operazione Prism. L’economia dei big data non è un slogan: è l’otto per cento possibile del Pil europeo dei prossimo 20 anni. Per questo gli USA, usando la sorveglianza come occasione di sviluppo di forme complesse di business, raccolgono dati a questo livello di grandezza, nell’ordine di milioni di persone.

E’ evidente che la crisi Usa-Germania è lontana da rappresentare una rottura tra i due paesi e, meno che mai, tra Europa e Stati Uniti. Ancora pochi giorni fa i principali ministri del governo Merkel sulla stampa tedesca esortavano gli Usa a risolvere la crisi del debito. Esplicitamente in nome dell’export tedesco. La situazione è quindi complessa: con gli Usa che mantengono il primato, militare e di sperimentazione economica, sugli alleati. Ma anche con il dollaro verso il declino e con la Germania che ha bisogno dell’export verso gli Usa. Una questione complessa, tra frizioni e contraddizioni, che ci rivela sia la vertiginosa fragilità, che il profondo intreccio di interessi, su cui poggia il nostro mondo.

E l’Italia? Già la scorsa primavera, per mettere in difficoltà l’appena nato governo Letta, la stampa del centrodestra fece scivolare la cifra di 4-5 milioni di italiani sorvegliati nel 2012. Allora il problema è stato ignorato, oggi si è detto qualcosa in qualche commissione parlamentare. Ma anche l’opposizione, a differenza della Germania dove la Linke qualcosa è riuscita a dirla, è rimasta silenziosa. Non solo dal movimento 5 stelle, che sulle libertà digitali ha costruito parte della propria fortuna elettorale, ma anche da Sel o dallo stesso Rodotà. Come se si riuscisse a parlare solo in difesa di ciò che resta della costituzione formale senza capire la portata degli attacchi alla costituzione materiale. Come se la società delle reti, dei Big Data fosse un accidente tra una dichiarazione di Alfano e una di Renzi. A proposito di quest’ultimo, mentre Letta si faceva fotografare festante con Kerry il giorno della notizia del cellulare sorvegliato della Merkel, notiamo che l’acme di questo periodo di comizi riguarda, senti te che novità, la legge elettorale. Mentre milioni di italiani sono spiati e i loro dati venduti.

Il destino dei commedianti è quello di essere ridicoli in momenti tragici. Quanto all’Italia è bene essere sinceri: questo paese vive un regime di doppio colonialismo. Quello subito dagli Usa, per motivi geopolitici e finanziari, e quello subito dalla Germania, per motivi economici e bancari. Al massimo le attuali classi dirigenti possono entrare in confusione quando i due padroni entrano in conflitto. Inutile aspettarsi una risposta sensata ed autonoma dal ceto politico del crepuscolo della seconda repubblica.

Redazione 25 ottobre 2013

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