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30/10/2013

Nuova operazione mediatica: "i No Tav sono razzisti"

Dopo che Repubblica, insieme al duo del Pd Esposito&Bianco, hanno sostenuto che il movimento notav favorisce con la sua protesta, o con la sua non protesta, la lobby del trasporto su gomma, ecco un’altra operazione a mezzo stampa (con il solito vaglio della procura di Torino): i notav sono razzisti e insultano i poliziotti offendendoli per il colore della pelle!

Grandi! Un plauso all’ennesima montatura creata tutta in famiglia con le firme dell’immancabile Erica di Blasi per Repubblica e Massimo Numa per La Stampa e qualche diversamente democratico in azione sui social network.



In una fantasiosa ricostruzione, i due ripercorrono la giornata della marcia degli Over 50 di Agosto che portò agli arresti di tre attivisti notav, ai quali vennero tolte le misure restrittive dopo pochi giorni perché infondate.

Lasciamo commentare l’accaduto e respingere le accuse uno dei due notav chiamati in causa, già protagonisti in quella giornata di un fatto di ordinaria repressione.

Ciao sono Stefano, vi scrivo in merito agli articoli comparsi in data odierna 28 ottobre 2013 sui quotidiani La Stampa e La Repubblica. Secondo quanto letto, avrei insultato il poliziotto in questione apostrofandolo con gli insulti “negro” ed “extracomunitario di m…”. Ma partiamo dall’inizio. I fatti in questione fanno riferimento alla marcia over 50 tenutasi il 10 agosto 2013, che videro me e mio cognato prede di un aggressione da parte di personaggi in incognito privi di documenti identificativi, a bordo di un fuoristrada con vetri oscurati, i quali, rischiando di provocare un incidente per via di un sorpasso azzardato prima di una curva, dalla quale sopraggiungeva una vettura dal senso opposto, ci fermarono tagliandoci la strada intimandoci di scendere dalla macchina sforzando le portiere e battendo insistentemente i pugni sui vetri . Riconoscendo le persone viste poco prima all’interno del cantiere, scendemmo tranquillamente invitando gli individui a calmarsi e chiedendo il motivo di quanto stava succedendo. La loro reazione fu di piegarmi il braccio e sbattermi sulla portiera dell’auto imprecandomii di stare zitto, di dare tutto quello che avevo, minacciandomi di morte e accusandomi letteralmernte di essere una merda (il tutto mentre mi veniva strappato il portafogli dalla tasca). Mio cognato nel frattempo aveva consegnato, su richiesta, i documenti di sua spontanea volontà dopo essere coperto anch’egli di insulti e sbattuto insieme con me contro il guard rail. Va ricordato che in macchina era presente anche mia suocera, la quale non era neanche stata notata e, anzi scese dalla vettura solo nel momento in cui apprese che volevano portarci via perchè riconosciuti dietro le reti durante la manifestazione e ricordo che disse: “Allora portateci via tutti perchè dietro le reti c’eravamo tutti!”. Nel frattempo si erano incolonnate parecchie auotomobili che avevano visto la scena, oltre ad alcuni abitanti che vista la scena erano accorsi in nostro aiuto provocando tempestivamente la fuga degli individui. Ora tornando all’articolo, va detto che anche per l’occasione (a ferragosto) era uscito un articolo con i nomi e cognomi per esteso di me e mio cognato, nel quale veniva reso noto che eravamo stati denunciati per danneggiamento e per non aver favorito i documenti alla digos. Com‘è possibile che a noi le denunce non sono ancora arrivate? Ma soprattutto com‘è possibile che i diretti interessati apprendano di essere stati denunciati leggendo fortuitamente un quotidiano?? Trovo ignobile inoltre essere accusato di razzismo, a me che viste le vicende che imperversano fanno venir voglia di andarmene dall’Italia, la mia famiglia poi, che ha sempre fatto di tutto per aiutare persone di etnie diverse con problemi economici. Sfido questi inquisitori a fornirmi delle prove tangibili che dimostrino tali accuse, mosse a mio parere, solo per infangare il movimento, visti gli ultimi episodi mediatici che nelle ultime settimane hanno aperto uno spiraglio di luce.

In puro stile coordinato ecco che un’altro personaggio che tanto si adopera contro i notav, conosciuto come il portaborse di Stefano Esposito, si fa vittima di cose che stanno nella sua piccola fantasia, di malato di protagonismo.


Probabilmente al peggio non c’è limite, ma ancora una domanda ci sorge spontanea leggendo l’articolo così minuzioso di Repubblica: ma la scrivente quel giorno non era così terrorizzata da dover poi denunciare tre ragazzi che poi saranno incarcerati e poi subito dopo scarcerati ? Se così fosse, almeno questa volta, la velina di via Grattoni e i suggerimenti di Max sono stati seguiti con cura!

Fonte

Stanno proprio con le pezze al culo le istituzioni se devono ricorrere al bullismo in rete per tentare di demolire un Movimento.
Che classe dirigente stracciona per dio!

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