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29/09/2013

Roba da matti: lo Stato spreca il valore di una decina di IMU per non far funzionare a modino qualche computer!

Secondo l’Osservatorio digitale della Scuola di management del Politecnico di Milano il ritardo dell’Agenda Digitale italiana costa al paese oltre un miliardo al mese. Parliamo di semplici risparmi sulla spesa pubblica attraverso innovazione, non tagli. Peccato che i tagli piacciano tanto alla nostra classe dirigente, soprattutto se applicati in maniera classista riducendo diritti, mentre l’innovazione è al di là della loro capacità di comprensione, oppure fa paura per la sua intollerabile carica di trasparenza.

Solo la fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione farebbe risparmiare oltre un miliardo di Euro. La fetta più grossa è però nella sanità, l’investimento in informatizzazione della quale farebbe risparmiare ben 6,5 miliardi, più dell’IMU. Il totale dei risparmi nella sanità investendo in informatizzazione è però ben più grande, perché ai 6.5 miliardi per lo Stato si aggiungerebbero 7.6 miliardi per i cittadini. Una sola voce per capirci: se tutti i referti fossero consegnati via Internet si risparmierebbero 370 milioni l’anno.

Portare online le transazioni della spesa pubblica dall’attuale 5% (sic) al 30% farebbe risparmiare ben 5 miliardi e un altro miliardo si risparmierebbe intensificando l’uso delle infrastrutture digitali già disponibili ma sottoutilizzate. E invece, chissà perché la stragrande maggioranza dei centri di spesa dello Stato non è autorizzata a possedere strumenti (una carta di credito) per operare via Internet neanche per comprare una risma di carta.

Non è poco, svariate IMU sulla prima casa anche se un popolo di analfabeti di ritorno, che ama farsi rappresentare dallo scilipotismo di tutti i colori, non è in grado di capirlo. Il grosso della ciccia starebbe però nella maggiore informatizzazione del fisco, settore dove immediatamente si accendono gli special di un paese dove per poter nascondere al fisco 10 lire in milioni diventano conniventi con chi al fisco sottrae miliardi.

Ridurre i pagamenti in contanti incrementando i pagamenti elettronici dal 20% attuale al 30% farebbe recuperare al fisco almeno cinque miliardi di evasione fiscale sul sommerso ma, soprattutto, la conservazione elettronica degli archivi fiscali derivati, in grado di rendere più rapidi i controlli, produrrebbe altri 10 miliardi di recupero fiscale attraverso la maggiore efficienza dei registri digitali. (fonte principale ANSA).

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