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20/08/2013

Storia di un’Italia migliore

di Rosa Ana De Santis
E’ accaduto a poche ore dal ferragosto, sulla spiaggia di Pachino, in provincia di Siracusa. I bagnanti, dopo che la segnalazione ha raggiunto la Guardia Costiera per un barcone arenatosi a poca distanza dalla riva, si sono uniti in una catena umana e hanno aiutato i 160 migranti a salvarsi, tra loro anche donne incinte e 50 bambini.
E’ diventata persino la foto di prima pagina del Los Angeles Times quella che ritrae questi italiani generosi in mare, impegnati nei soccorsi accanto alle motovedette. Gente in vacanza che ha abbandonato lettino e pedalò alla vista dell’ennesimo barcone e delle persone che annaspavano tra le onde. Immagini di una solidarietà senza retorica che “fanno onore all’Italia” come ha dichiarato il Presidente della Repubblica Napolitano.

La foto risponde meglio di tante declamazioni alle parole della chiusura e del pregiudizio razziale che hanno infiammato il dibattito politico estivo tra la Lega e il Ministro Kyenge, contribuendo a dare del nostro Paese un’immagine affatto nobile nel contesto europeo. L’azione spontanea e umana di questi italiani restituisce un po’ di valore e di sostanza al tutto ricordando che il tratto di umanità e di moralità non può mancare nella gestione di un problema tanto complesso quale quello della migrazione, che con sé porta drammi umani fatti di guerre, persecuzioni, malattie e fame. Se si può e si deve ragionare sulla gestione migliore dei flussi, non si può disattendere il principio del soccorso e dell’accoglienza a chi patisce un dramma umanitario.

Mentre nella memoria è ancora fresca la foto che ritraeva i sei migranti morti sulla spiaggia di Catania tra le file  degli ombrelloni e delle sdraio, questa notizia ribalta la scena e i migranti si salvano restituendo a tutti una vittoria, perché in tanti hanno deciso che aiutarli era anche un loro dovere.

Si fa presto a cadere nella tentazione di credere che quello della solidarietà sia il vero spirito degli italiani, il tratto più autentico e quasi un capitale storico e atavico del tricolore. La verità è che quella fotografia ci sorprende e ci meraviglia perché racconta di un’Italia accogliente che non si trova più. Inasprita dalla crisi, da politiche per l’immigrazione che fanno acqua, dall’abbandono del welfare per le classi più povere e impoverite. è di fatto un paese che vorrebbe alzare i confini nell’illusione, avallata da certi partiti, che questo basti a fermare l’emigrazione verso l’Occidente.

Non basterà, così come la campagna d’odio xenofobo perpetrata da tanti non è bastata ad impedire che molti italiani si buttassero in mare per aiutare uomini, donne e bambini. E a nessuno importa più che siano clandestini. Soprattutto agli italiani degni di essere chiamati tali.

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