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31/07/2013

Bankitalia, ispezioni su 20 grandi banche. Nel mirino il portafoglio crediti

Per otto gruppi bancari approfondimenti estesi a tutto il portafoglio crediti e non solo quelli a rischio. Via Nazionale precisa che gli istituti devono reperire risorse al proprio interno, riducendo quindi anche gli stipendi dei manager. E il Wall Street Journal lancia l'allarme: "Controlli potrebbero portare a vendita asset"

L’odore di bruciato arriva fino a Via Nazionale, portando la Banca d’Italia a mettere il naso nei conti delle banche italiane. L’istituto sta svolgendo ispezioni su 20 principali banche e per otto gruppi ha esteso le verifiche all’intero portafoglio dei crediti, non solo ai prestiti deteriorati. A suonare il campanello d’allarme, citando un documento della Banca centrale, è stato il Wall Street Journal, avvertendo che “le nuove ispezioni potrebbero spingere alcune banche a cedere asset“.

I controlli, finora tenuti riservati, seguono quelli dello scorso autunno, che hanno portato la Banca d’Italia a ordinare alle banche di accantonare 3,4 miliardi di euro per evitare perdite su crediti inesigibili. E si inseriscono, come spiega il quotidiano americano, “in un contesto di crescente preoccupazione per la salute di alcuni istituti di credito del Paese, in mezzo a una marea montante di prestiti in sofferenza“.

Dall’analisi dei prestiti deteriorati condotta a fine 2012 emerge che l’azione di monitoraggio sulla qualità degli attivi bancari e sul livello delle rettifiche “continuerà nel corso del 2013″ e che “è già stata estesa ad altri gruppi attraverso l’attività ispettiva ordinaria e tale azione sarà coordinata con analoghi esercizi condotti in sede internazionale”.



Dalle verifiche sono emerse “carenze nelle politiche e nelle prassi seguite da parte di diverse banche, in materie come la definizione dei criteri per la valutazione dei beni in garanzia e dei parametri per l’attualizzazione”. I gruppi ispezionati, spiega il documento, “sono stati invitati ad adottare misure per il superamento delle carenze organizzative evidenziate”.

La Banca centrale insiste su di un altro aspetto sottolineato più volte dallo stesso governatore Ignazio Visco e che sta già avendo i suoi effetti sui piani industriali di molte banche: per evitare danni ulteriori all’economia incrementando il credit crunch gli istituti di credito dovranno reperire risorse al proprio interno. Quindi riduzione dei costi operativi, contenimento delle politiche di distribuzione degli utili e remunerazione degli amministratori e dirigenti, coerentemente con la redditività e l’adeguatezza patrimoniale di ciascuna banca.

Il testo evidenzia infine che l’economia italiana ha registrato una “notevole contrazione”. Tra il 2007 e il 2012 il Pil è diminuito complessivamente di sette punti percentuali in termini reali, mentre la produzione industriale è diminuita del 25%. Una congiuntura che ha dato luogo a un “marcato incremento dei crediti deteriorati, la cui incidenza sul totale degli impieghi del sistema bancario è passata dal 4,5% di fine 2007 al 12,3% del giugno 2012″.

Fonte

Non so perché ma ho l'impressione che la Banca d'Italia si muova nell'ottica del pompiere che disperatamente cerca di tenere a bada un incendio che s'è quasi divorato tutto ciò che gli stava intorno.

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