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18/04/2013

Pd e Quirinale: sorprende chi si sorprende

Sono ore convulse per l'elezione del Presidente della Repubblica, talmente convulse che c'è nell'aria la netta sensazione che questa elezione darà il colpo di grazia al Partito Democratico. Siamo di fronte a una semi rivolta da parte di militanti di base, simpatizzanti, elettori e tutta una serie di illusi di sinistra che ruotano intorno a Sel e alla stella polare del Pd come centro della politica. Basta leggere la posizione della segreteria livornese del Pd uscita su facebook per capire a che livello d'imbarazzo è arrivata la questione:

Condividere una scelta con la maggioranza del parlamento è giusto. Ancora di più è farla in sintonia con il paese. Fare un accordo con il pdl di Berlusconi a danno della coalizione di csx No! Non possiamo accettarlo. Marini è una persona stimata e perbene ma non è la persona giusta. Con le nomine dei presidenti di camera e senato avevamo sognato. Ora siamo piombati in un incubo! La segreteria territoriale del PD di Livorno.

La rinuncia da parte di Gino Strada e di Milena Gabbanelli nelle fila del Movimento 5 Stelle hanno spianato la strada a un candidato "di bandiera" come Rodotà che con il passare dei giorni è diventato una figura spendibile, cioè una figura con un significato di rottura con un certo tipo di elite politica ma allo stesso tempo con un profilo istituzionale che non avrebbe rivoluzionato un ruolo di garanzia internazionale come quello del Presidente della Repubblica.

Nonostante consideriamo la figura di Marini addirittura peggiore di quella di Napolitano, non sappiamo se sorprenderci più di questa scelta o di chi si è sorpreso della scelta. Marini è un uomo di apparato, ex democristiano ed ex Partito Popolare/Margherita ma soprattutto ex segretario della Cisl che ha aperto le stagioni degli accordi separati e che ha preparato l'evoluzione della Cisl affinché diventasse l'obbrobrio della segreteria Bonanni.

Allo stesso tempo ci viene da sorridere pensando che un buon numero di italiani pensassero veramente che la rosa di candidati delle quirinarie dei grillini potesse veramente destare un certo tipo di interesse da parte del Pd (eccetto Prodi naturalmente). Probabilmente molti di quelli che si sorprendono, oltre alla natura del Pd, non hanno ben chiaro quale sia il ruolo del Presidente della Repubblica.

Il Presidente della Repubblica in Italia ha un ruolo di garanzia costituzionale (e fin qui si può ragionare di tante figure) ma anche un ruolo di garanzia internazionale rispetto a questioni geopolitiche, militari ed economiche. Vale a dire che il Presidente della Repubblica che è a capo del CSM e della difesa, racchiude in sé tutte quelle responsabilità internazionali fatte di impegni formali e informali, trattati economici e militari e subordinazioni geopolitiche, Nato in testa. E' uno quindi che quando c'è da concedere le basi militari per bombardare la Libia senza passare dal Parlamento o quando c'è da partecipare a qualche guerra deve far sì che il sistema fili liscio senza tanti discorsi.

Il Pd e tutti i suoi predecessori, dal 1999 in Kosovo ad oggi, ha sempre seguito la linea Nato così come ha votato gli impegni internazionali come il Fiscal Compact stipulato dal governo Monti. E' normale che i loro referenti politici siano il PdL e Monti e di rimbalzo la Nato, la troika e i poteri finanziari europei a cui anche il Presidente della Repubblica deve fare da garanzia.

Il Pd dunque è coerente per il motivo per cui esiste. Rassicurare e sostenere i poteri finanziari forti, i vertici militari Nato, i poteri internazionali che chiedono guerre o interventi geopolitici. Perché dovrebbe screditarsi di fronte ai loro riferimenti costitutivi? Per chi? Per cosa? Il loro orizzonte è quello con PdL e Monti per un blocco che difende un mondo che questi poteri garantiscono. Non c'è nulla di strano. Ci sembra molto più ingenuo o incoerente chi continua a chiedere al Pd quello che non è e non sarà mai. Naturalmente tutto ciò al netto del borioso paraculo fiorentino che cavalca la delusione popolare in modo strumentale.

Infine una riflessione storica. Pensate davvero che un paese a sovranità limitata come l'Italia, che viene dalla strategia della tensione, da Gladio e da tentati golpe possa davvero scegliere un Presidente della Repubblica senza il benestare di quei poteri economici e militari che lo ritengono loro colonia? Certo, non è Rodotà una scelta rivoluzionaria, anche se migliore, che romperebbe questi assetti ma sicuramente romperebbe gli assetti interni di quel naturale asse di governo (PdL, Pd e Monti) che fa da garanzia ai suddetti poteri e che in parlamento potrà sempre avere quella maggioranza che serve per dare le garanzie che servono.

Quindi chi è più fuori dal mondo? Il Pd che va avanti per una strada intrapresa fin dalla sua funesta nascita o chi pensa sempre che il Pd possa cambiare e intraprendere delle rotture storiche ed ascoltare la cosiddetta base?

per Senza Soste, Franco Marino

18 aprile 2013


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