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23/04/2013

Kosovo: Belgrado china la testa

A 14 anni dai bombardamenti e dall’invasione della Nato, il governo della Serbia riconosce di fatto l’indipendenza della sua provincia in cambio delle promesse da parte dell’UE su una possibile adesione di Belgrado all’Unione.


Il governo serbo ha approvato l'accordo per la normalizzazione dei rapporti con il Kosovo, raggiunto venerdì scorso a Bruxelles e condizione essenziale affinché l'Ue conceda alla Serbia una data di avvio dei suoi negoziati di adesione. Il compromesso sottoscritto dal premier serbo Ivica Dacic e dal collega kosovaro Hashim Thaci (ex comandante dell’Uck) è però contestato dai leader dei serbi del Kosovo, che hanno parlato di "peggiore capitolazione e peggiore tradimento mai avvenuti in Serbia" e hanno annunciato un referendum locale.

Belgrado "ha accettato il primo accordo sui principi che regolano la normalizzazione delle relazioni, che è risultato del dialogo con il Kosovo a Bruxelles. Il governo ha ordinato ai ministeri di prendere le necessarie misure per mettere in pratica l'accordo e proseguire nell'applicazione degli accordi già esistenti con i rappresentanti delle istituzioni di Pristina", si legge in un comunicato del governo serbo, guidato da Ivica Dacic. Il parlamento di Belgrado dovrà a sua volta esprimersi in settimana sull'accordo, ma la coalizione al potere dispone di un'ampia maggioranza e non dovrebbe incontrare ostacoli.
Pristina ha da parte sua già approvato l'intesa, con una risoluzione del parlamento votata nella notte e resa nota stamattina, in cui si dichiara "sostegno e approvazione per l'accordo sulla normalizzazione delle relazioni". La risoluzione proposta dal premier Hashim Thaci é stata approvata con 89 voti, i contrari sono stati cinque, un deputato si è astenuto. Contro l'accordo si è pronunciato solo il movimento nazionalista di opposizione 'Autodeterminazione', i cui attivisti hanno manifestato davanti al parlamento di Pristina.
Secondo il testo circolato dopo l'intesa tra i premier serbo e kosovaro, viene confermata la creazione di una Associazione delle Municipalità a maggioranza serba in Kosovo, in conformità alla Carta europea dell'autonomia locale e alle leggi del Kosovo. L'autonomia si profila molto ampia per i settori dell'istruzione, della sanità e dell'economia, ma non altrettanto forte per le forze dell'ordine e la giustizia. E' prevista infatti l'esistenza di un unico corpo di polizia, che dovrà integrare quelli "paralleli" esistenti nel Nord kosovaro. Le principali municipalità serbe del Kosovo settentrionale avranno un loro comandante di polizia. Per quanto riguarda la giustizia, la giurisdizione sarà quella delle corti del Kosovo, ma presso il Tribunale di appello di Pristina vi sarà un collegio giudicante con una maggioranza di togati serbo-kosovari, competente per le municipalità serbe del Kosovo.

Il doppio via libera arriva contemporaneamente alla riunione a Lussemburgo dei capi delle diplomazie dei paesi aderenti all’Ue, che in cambio del si serbo al riconoscimento del Kosovo indipendente dovrebbero accelerare l’integrazione di Belgrado nell’Unione.

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