Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

02/03/2013

Cosa conviene fare a Grillo con il Pd?

Ho scritto su queste pagine -e lo confermo- che in caso di nuove elezioni a breve termine, Grillo con ogni probabilità andrebbe ancora avanti e, dunque, avrebbe tutto l’interesse a far fallire qualsiasi ipotesi di governo per votare entro giugno. Ugualmente, converrebbe a Grillo un governissimo Pd-Pdl, così, al più tardi alle europee fra 15 mesi, avrebbe un salto in avanti spettacolare. Però, questo non vuol dire che le cose siano così semplici e non possano esserci soluzioni tattiche diverse, magari di cortissimo respiro, ma che servano al Pd (ed anche al Pdl) a prendere fiato.

Ad esempio, immaginiamo che il Pd, pur senza l’ipotesi di un governissimo, riesca ad arrivare all’anno prossimo, alle europee. Avrebbe un anno di tempo per cercare di dividere i grillini e logorarli nelle battaglie parlamentari, per approvare qualche legge utile a guadagnare consenso (credito agevolato alle imprese, qualche sgravio fiscale, una legge sulla corruzione magari solo simbolica…).

Il successo attuale del M5s sarebbe abbastanza lontano e la sua “onda” sarebbe esaurita o fortemente ridotta e, con una campagna elettorale lunga un anno, pensata proprio in funzione di argine ai 5 stelle, potrebbe pensare di arginare la piena e poter pensare a nuove elezioni in condizioni migliori. Magari candidando Renzi, per riassorbire il centro e cercare consensi a destra. Magari sperando in un divorzio Pdl-Lega.

Non è detto che riesca, ma per il Pd sarebbe sempre meglio che affrontare nuove elezioni nel giro di qualche mese con l’onda del successo grillino ancora in fase alta. E questo potrebbe essere il piano dei dalemiani e della destra renziana che aspettano che fallisca l’apertura a Grillo. Ma come ottenere questa tregua? Intanto, trovando l’accordo con il Pdl che potrebbe offrire l’astensione dei suoi senatori, quindi non una maggioranza organica, che darebbe fiato al M5s, ma solo una astensione tecnica ed a tempo (ovviamente motivata dall’alto senso di responsabilità ecc. ecc….) e, poi, causata “dall’irragionevole ed antidemocratico irrigidimento del M5s…”.

Ed il Pdl che ci guadagnerebbe? In primo luogo la Presidenza del Senato per Berlusconi, su cui pendono una raffica di sentenze a brevissimo termine: diventando una delle quattro alte cariche dello Stato, i processi si fermerebbero automaticamente ed, almeno alcuni, vedrebbero avvicinarsi le prescrizioni. Poi, magari, un buon Presidente della Repubblica (butto là un nome a caso: Massimo D’Alema) potrebbe incaricarsi di garantire un atteggiamento “responsabile” della Magistratura o intervenire in qualche modo appropriato per evitare altre noie al “capo dell’opposizione”….

Anche il Pdl, da parte sua, ha interesse ad evitare una ripetizione a breve dello scontro elettorale: il M5s è in fase buona, c’è il problema della Lega che, a questo punto, se ne va da sola, la difficoltà di ricominciare una campagna elettorale con il rischio astensione di massa così a breve intervallo dall’altra. Poi, stai a fare una campagna elettorale con Berlusconi già condannato…

D’altra parte, c’è la speranza che il governo Pd faccia un po’ di “cose alla Monti”, su istigazione della Bce o dei tedeschi, per cui poi si può fare una campagna elettorale sulla “sinistra-partito delle tasse” e, nel frattempo, si può lavorare a sfasciare i montiani e riassorbire  una bella fetta della loro base elettorale, ecc.

Insomma, per ora facciamo passare la nottata…

Dunque, si può profilare uno scenario dilatorio che intanto metta in cottura i grillini. In primo luogo, verrà scaricata su di loro la responsabilità del fallimento dell’apertura di Bersani: “noi volevamo… sono loro che non accettano di ragionare con nessuno…”. E così lasciamo il cerino acceso nelle mani di Grillo. Poi, vediamo quanto è compatto il gruppo grillino: ora c’è un gruppo parlamentare ed anche numeroso, ci saranno altre persone sotto i riflettori e stavolta Grillo non può proibire ai capigruppo di Camera e Senato di parlare con i giornalisti o andare in Tv… Poi inizierà il gioco dei presidenti delle commissioni (a cominciare dal Copasir) ed alcuni grillini potrebbero diventare presidenti di commissione: altre persone che sarebbe impossibile tenere lontane dalla stampa e che sarebbero esposte fatalmente alle tensioni derivanti dalla carica istituzionale.

Insomma, si aprirebbe la fase della trasformazione del M5s da aggregato informale, riunito intorno ad un solo uomo-immagine, in forza politica articolata con un vero e proprio gruppo dirigente. La campagna elettorale, (almeno per ora) è finita ed a Grillo, più che un nuovo balzo elettorale, adesso deve interessare governare questo processo di trasformazione del suo movimento. A meno che non voglia correre seriamente il rischio che gli esploda tutto fra le mani in mille schegge.

Ma, consideriamo pure l’ipotesi più favorevole alla sua attuale strategia: che si vada a votare a giugno con questa legge elettorale e che lui si aggiudichi il premio di maggioranza alla Camera. E’ facile prevedere che, però, al Senato la situazione sarebbe più o meno quella attuale di ingovernabilità. E’ vero che il M5s avrebbe innegabilmente un potere contrattuale maggiore, essendo il partito con la maggioranza netta in uno dei due rami del Parlamento (la condizione attuale del Pd), ma dovrebbe comunque trattare con altri se vuol governare e non  andare ad un terzo appuntamento elettorale (che però, a questo punto, rischierebbe di tornargli addosso come un boomerang). E, dunque, con chi dovrebbe cercare di intendersi?

Non certo con Berlusconi, immagino… Monti sarebbe stato raso al suolo e comunque non vedo proprio come potrebbe capircisi. Insomma, pur sempre con il Pd e Sel. E come farebbe a capirsi dopo aver rigettato pregiudizialmente ogni intesa solo qualche mese prima, al punto di far sciogliere di nuovo il Parlamento? Al suo posto, io troverei più saggio restituire il cerino acceso a Bersani: proporgli un pacchetto di provvedimenti urgenti, un nome decente per la Presidenza della Repubblica e tagliare la strada ad una presidenza del Cavaliere al Senato. Se l’operazione va in porto, lui può portare a casa un bel carniere di successi politici, se va male sarebbe colpa di Bersani e del Pd e diventerebbe anche più costoso per loro intendersi con Berlusconi.

Insomma, mi sembra più conveniente questa tattica che, inoltre, gli permetterebbe di rodare i suoi gruppi parlamentari e presentarsi alle europee con una serie di conquiste politiche non da poco.

Ci pensi Grillo, ci pensi…

Aldo Giannnuli

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento