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24/02/2013

Violator

 
Se c'è una cosa che m'è riuscita bene fino ad oggi, è incastonare alla perfezione musica e vita.
Se state pensando che mi riferisca all'accostamento del tormentone di turno con un arco temporale rimembrato con tinte nostalgiche - per capirci, roba da vacanze estive - siete fuori strada.
Io parlo di ascolti, di dischi, che per ricerca specifica o caso più o meno interessato, hanno costituito parte integrante del mio cammino "evolutivo".
Violator sta alla carriera dei Depeche Mode quanto lo sbocciare dell'età della ragione sta al sottoscritto. Se, infatti, il settimo album della band inglese costituisce il loro punto d'arrivo artistico definitivo, per me rappresenta la presa di coscienza di ciò che la musica sarebbe divenuta negli anni a venire: non un riempitivo con cui tappare i buchi che la vita quotidianamente ci mette davanti, ma un agente attivo nel dar forma a ciò che sono, in particolare al mio spirito.
A cementare ulteriormente la passione e l'attaccamento che ho verso le composizioni contenute in quest'album c'è la persona che me le fece scoprire, una ragazza dotata d'incredibile sensibilità e con un'intelligenza fuori dal comune ma, purtroppo per lei - e per me - troppo spesso egoista e sentimentalmente spietata.
Curiosamente, quando ascolto il disco ritrovo quasi tutto quanto ebbi modo di conoscere di lei.
Ascoltando i brani composti da Martin Gore, mi trovo ogni volta immerso in un'atmosfera che porta all'apice le mie percezioni sensoriali, mentre la magistrale interpretazione al microfono di Dave Gahan stimola la mia sensibilità come fece lei per prima.
Ascoltare Violator a tutt'oggi genera in me lo stesso effetto che produsse il primo amore, ma col tempo ha assunto la forma del confronto reiterato, ma sempre unico, con la perfezione, perché se non si fosse capito, per il sottoscritto questa è un'opera perfetta.
In Violator non troverete mai nulla fuori posto, la sua costruzione è tale da renderlo avvolgente e mai fastidioso o soffocante come può capitare quando si calca troppo la mano sull'atmosfera. Ciò potrebbe fare di quest'album un'opera monolitica, difficile da spacchettare in singoli brani che riescano ad avere senso e spazio propri se presi singolarmente; con gli ascolti si capisce che in realtà è l'esatto contrario, in quanto praticamente ogni pezzo riesce a completarsi in se stesso, donando al disco una circolarità compositiva pressoché totale.
In definitiva, Violator è un'uscita che va ascoltata con orecchie "adulte", particolarmente indicato a persone in grado di confrontarsi quotidianamente con la propria sensibilità, diversamente il suo ascolto rischia d'inabissarsi nella banalità dei riti di tutti i giorni.
Come mi capita di fare sempre più spesso, chiudo constatando con amarezza l'incapacità che pervade l'attuale mercato della musica di proporre opere di grande impatto sia artistico, sia commerciale.
Non si tratta della solita lagna modello si stava meglio quando si stava peggio, ma dell'incazzata presa di coscienza circa la sterilità di pensiero con cui gli ultimi due decenni si sono susseguiti l'uno all'altro, mentre all'orizzonte non s'intravede alcuna inversione di tendenza.


Let me take you on a trip
Around the world and back
And you won't have to move
You just sit still
Now let your mind do walking
And let my body do the talking
Let me show you the world in my eyes

I'll take you to the highest mountain
To the depths of the deepest sea
We won't need a map, believe me
Now let my body do the moving
And let my hands do the soothing
Let me show you she world in my eyes

That's all there is
Nothing more than you can feel now
That's all there is

Let me put you on a ship
On a long, long trip
Your lips close to my lips
All the islands in the ocean
All the heaven's in the motion
Let me show you the world in my eyes

That's all there is
Nothing more than you can touch now
That's all there is

Let me show you the world in my eyes

2 commenti:

  1. C'è sempre qualche donna di mezzo, eh... Bàmbin dèscasu!

    Comunque, sarò banale, ma questo è il mio preferito di sempre:
    Never Let Me Down Again

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