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18/02/2013

La grande depressione del 2008: questa economia non ci appartiene

Il problema è che i valori di pertinenza dell’economia, e specialmente della finanza, hanno preso il sopravvento sulla nostra vita” - scriveva un noto finanziere internazionale nell’anno 2000. Questa frase si adatta bene alla comprensione di chiunque nel nostro mondo lavori o viva dove circola moneta e si fanno scambi commerciali importanti. La frase merita di esser ritrattata in quanto chi l’ha espressa non è un accademico e ci ha dato più indicazioni sull’imperfetto funzionamento del mercato globale di quanto gli economisti di potere sono riusciti a fare fino ad oggi. Anzi gli economisti di potere hanno fatto di tutto per distrarre masse enormi di persone, inconsapevoli, plagiate dai media nel loro profondo, permettendo a pochi incappucciati di aprire i forzieri e farne proprio il contenuto. Lasciando trasformare la forte crisi in una nuova Grande Depressione.

Banca Centrale Europea e Banca dei Regolamenti Internazionali (BIRS), quella degli Accordi di Basilea per intenderci, hanno dettato le regole oltre al destino economico finanziario e reale della popolazione europea. L’Ocse ha modellato i propri Outlook (rapporti periodici) in modo da render merito ad una realtà progettata a tavolino.

Oggi il mondo accademico si interroga in maniera buffa e inopportuna parteggiando politicamente su varie sponde ma soprattutto perdendo tempo. Le persone che soffrono sono un numero enorme. Questo dovrebbe essere il momento in cui l’economista tira fuori la capacità professionale e umana. Basta fare il “palo” ai ladri che sbancano le casseforti. Basta anche con i politici che partecipano o non sono consapevoli, presenti in tutti i paesi del mondo. Pensate che lo scontro teorico sostenuto poi da intere compagini governative in occidente è bilanci in pareggio e rigore fiscale da una parte oppure sviluppo del credito pubblico e privato attraverso la creazione di moneta dall’altra.

Nello stesso tempo emerge l’importanza della tutela del lato umano che non può più essere accantonato. Guerre e questioni di sfruttamento ambientali e del lavoro non possono essere fattori al margine. Non possono essere elementi da gestire in modo classico per tentare una rivitalizzazione dell’economia che verte in uno stato di depressione. La questione occupazionale è stata abbandonata completamente dopo che sono state ridotte le sue componenti rigide attraverso la predisposizione dei nuovi contratti di lavoro c.d. flessibili. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, la disoccupazione dilaga. Ci sono ancora persone che vanno dicendo che chi non lavora è soltanto uno che non ha voglia perché i posti di lavoro ci sono. Krugman suggerisce di chiedere a queste persone se loro sappiano almeno di un posto di lavoro libero. Vedrete che non lo sanno! Nella realtà non esiste più un posto di lavoro, esso è divenuto uno spazio da concedere al massimo a chi si conosce direttamente. E dentro questa opportunità eventuale c’è una forma di solidarietà interpersonale molto importante proprio perché nel disagio riemergono spesso i valori umani che finalmente rompono la freddezza della macroeconomia che sul piano scientifico non riesce ad ottenere una lucidità di conduzione se non quella orientata al favore di ridotti gruppi di potere.

E’ una storia noiosa quella dei ricchi e dei super ricchi piena di atteggiamenti sconnessi e isterismi patologici. Negazioni di contatto con l’uomo in generale. Fobie e sensi di superiorità. Una storia noiosa, sempre la solita da millenni. La Depressione inizia dai comportamenti di questi piccoli gruppi che esigono poter regolare i rischi che attentano ai loro patrimoni a discapito del benessere dell’umanità. Lo fanno attraverso la gestione dei settori pubblici e l’impostazione dell’economia privata utilizzando la produzione normativa internazionale e nazionale per avere a disposizione una funzionalità totale affinché i loro piani viaggino spediti.

Per uscire da questa Grande Depressione dobbiamo combattere con la storia che ha prodotto tali risultati non più umani, dove il lavoro, l’abitare e l’ambiente corrono dei seri pericoli che se non risolti porteranno, come sta già accadendo, conflitto tra coloro che subiscono la storia stessa.

Per scendere su un piano più concreto valutiamo il Patto di Stabilità, quella norma che ha regolato l’erogazione di finanze pubbliche per realizzazione di beni e servizi promossi dagli Enti Territoriali. Il Patto nasce nell’ambito della logica del rigore pubblico che viene successivamente all’unificazione degli stati europei i quali hanno dato vita ad una competizione economica mantenendo fisso l’elemento moneta, l’euro appunto. Con l’unificazione e la predisposizione di parametri macroeconomici sono accadute diverse cose all’interno dei paesi europei. Le prime e più evidenti sono state la perdita del valore reale del reddito da lavoro dipendente o autonomo nello stesso modo, difficoltà nel trovare credito presso le banche commerciali, aumento dell’incidenza sul bilancio familiare dei costi legati ai beni di prima necessità con in testa le spese per la mobilità, energia, acqua e tasse di vario genere sulle utenze come sanità e scuola. La disoccupazione è andata aumentando di pari passo con l’aumento dell’uso delle masse monetarie sui mercati finanziari e questa è la realtà “vera” che dai primi anni ’80 è andata a costituire la storia del nostro mondo. Abbiamo assistito ad un processo di sottrazione ben coordinato che oggi però dimostra tutta la sua impossibilità di esser mantenuto se non con l’uso della forza. Ricorrere alla forza potrebbe tentare chi in modo perverso volesse metter fine alla Depressione nello stesso modo in cui venne fatto nel ’32, con le spese militari e poi la seconda guerra mondiale o qualcosa di simile. Gli orrori di quel metodo li abbiamo già visti e non basta il Giorno della Memoria per ricordarli.

Ogni giorno la politica deve lavorare perché non si creino quelle condizioni e quelle tentazioni. Non possiamo accettare che si rilanci un obiettivo economico che produca valore con scelte non umane. Altri obiettivi e altri valori dovranno essere indicati per uscire dalla Depressione per dare lavoro, abitazione e benessere in termini di qualità ambientale ed estetica secondo una logica inedita.

per Senza Soste, JACK RR

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