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10/01/2013

In.Si.Dia - Istinto e Rabbia

Squilli di tromba e rulli di tamburi! Finalmente anche per gli In.Si.Dia sono arrivate le tanto sospirate ristampe! Personalmente ero stufo di vedere ripubblicati valanghe di platters dal discutibile valore artistico (qualcuno ha detto Syndroms of the Cities degli Alastor?!? brrrr...) preferiti a quelli di una band punta di diamante dell’intera scena tricolore.
Purtroppo, e non scopro certo l'acqua calda, il metal italiano è sempre stato un mondo dominato dal provincialismo: le bands, buone o cattive che siano, vengono sempre classificate come "true" o "false", da "supportare" o "boicottare". La musica passa troppo spesso in secondo piano... e i risultati sono sotto l'occhio di tutti. Recensioni poco affidabili, incompetenti case discografiche e flop commerciali insostenibili, hanno fatto sì che il firmamento In.Si.Dia brillasse soltanto un lustro o poco più. Lode comunque alla Jolly Roger Records di Antonio Keller per aver ridato vita ad entrambi i lavori di questa dimenticata band bresciana, Istinto e Rabbia e il successivo Guarda Dentro di Te.

Ma andiamo con ordine e parliamo del primo full lenght datato 1993. Come avrete certamente capito, i testi sono coraggiosamente gridati in lingua madre da un convincente Riccardo Panni e raccontano una realtà certamente dura, ma non commiserabile, in cui trovare una via d'uscita costruttiva.
A livello di sound, ci troviamo di fronte ad una via di mezzo tra i Sepultura del periodo più maturo (Beneath the Remains / Arise) ed i Vio-Lence di Oppressing the Masses (uno dei miei dischi preferiti sotto l'aspetto puramente sentimentale, chiedere conferma ai timpani del mio vicino edicolante). Tutto questo non è certo uno sterile esercizio di copia/incolla, sia ben chiaro, infatti balza subito alle orecchie una certa personalità ed un tiro veramente da primi della classe.
I pezzi sono curati e ben arrangiati: si passa dalle sfuriate dell’opener Fuggire, alle delicate melodie di Il Tempo e Satanka, dove si può respirare aria di casa Testament. L'apice compositivo del tipico Inviolacy style esplode imponente durante Sulla mia strada (arpeggio iniziale, riff mooolto banging, strofe quadrate e testo caustico), e Parla parla (granitica e piuttosto tirata, elevata da un grandissimo assolo firmato Manuele Merigo).
In quest’ultima traccia, liricamente parlando, viene sfruttata perfettamente la situazione di positività e negatività di cui accennavo precedentemente ("Ora tutto è passato, non devi più pensare, devi agire!"). Uno stato di bifaccialità che viene ben amplificato dal videoclip che vi consiglio di andare a rispolverare.
Ciliegina sulla torta la cover finale Tutti Pazzi dei Negazione, ennesima dedica ai poveri tanardi che ancora nel nuovo millenio portano avanti gli "storici" insegnamenti alla macho-manowar, di quanto sia sottile la linea che divide il thrash metal dall'hardcore punk, anche attitudinalmente parlando.

La ristampa nelle mie mani è sicuramente ben curata, con un
booklet completo di fotografie e testi stampati
su carta patinata lucida anche piuttosto resistente. Avrei certamente gradito l’aggiunta del demo No Compromises!!! o di qualche spezzone live per assegnare il massimo delle votazioni, ma come si dice dalle mie parti... "Nu se pèu sciuscià e sciurbì".
Cosa fate ancora qui davanti? Fiondatevi dal vostro negoziante di fiducia (se lo avete mai avuto...) ordinatelo on-line, ma aggiungetelo alla vostra collezione. E guai se sento ancora esclamare frasi ignobili che innalzano come vero orgoglio metal italiano i "coerenti" e "fierissimi" Extrema!

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