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17/12/2012

Venezuela: disfatta della destra nelle elezioni amministrative, il PSUV di Hugo Chávez conquista 20 Stati su 23

Dopo le preoccupazioni per lo stato di salute del Presidente Hugo Chávez, sottoposto a Cuba ad un nuovo intervento chirurgico per il tumore di cui soffre da tempo, una buona notizia per il movimento bolivariano e per i progressisiti dell’intero continente: grande vittoria del PSUV nelle elezioni amministrative di domenica 16 dicembre. La vittoria non era scontata, anche perché tradizionalmente il consenso al PSUV, trainato dal carisma di Hugo Chávez, nelle realtà periferiche ha spesso sofferto la scarsa credibilità di buona parte del suo personale politico-amministrativo, talvolta implicato anche in qualche scandalo. Ora si tratta di affrontare un periodo molto incerto, in cui si chiarirà se Chávez, rieletto presidente lo scorso ottobre, potrà assumere formalmente la carica e svolgere il nuovo mandato oppure se le sue condizioni renderanno necessaria la sua sostituzione con il vice presidente Nicolás Maduro, che lui stesso ha indicato come la persona che dovrà prendere il suo posto in caso di inabilità.
La notizia della nuova operazione (peraltro riuscita) aveva suscitato grande sconforto, in quanto durante la campagna elettorale per le presidenziali Chávez aveva assicurato di essere completamente guarito. Molti hanno avanzato l’ipotesi che sia lui che l’opposizione fossero invece al corrente di questa diversa realtà e hanno lamentato la mancata informazione al pubblico. È ovvio tuttavia che tale comunicazione in fase di campagna elettorale sarebbe stata un vero e proprio suicidio politico (red.)

Elezioni amministrative in Venezuela: Disfatta della destra, vittoria bolivariana in 20 Stati su 23.

Il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) ha ottenuto la maggioranza dei governatori domenica [16 dicembre, ndt] alle elezioni amministrative con 20 Stati su 23. La Rivoluzione ha ripreso Carabobo, Nueva Esparta, Táchira e Zulia. La partecipazione è stata del 53,4%.

Di seguito i risultati comunicati dalla Commissione Elettorale Nazionale:
Amazonas: Liborio Guarulla 56,01%. Nicia Maldonado (PSUV) 37,37%.
Anzoátegui: Aristóbulo Istúriz (PSUV) 53,97%, Antonio Barreto Sira 41,6%.
Apure: Ramón Carrizález (PSUV) 59,83%, Luis Lippa 22,42%.
Aragua: Tareck El Aissami (PSUV) 52,72, Richard Mardo, 42,71%.
Barinas: Adán Chávez (PSUV) 54,69%, Julio César Reyes 41,52%.
Bolívar: Francisco Rangel (PSUV) 43,57%, Andrés Velázquez 42,34%.
Carabobo: Francisco Ameliach (PSUV) 53,49%, Henrique Salas Feo 42,7%.
Cojedes: Érika Farías (PSUV) 59,27%, Alberto Galíndez 35,31%.
Delta Amacuro: Lizeta Hernández (PSUV) 71,27%, Arévalo Salazar 20,99%.
Falcón: Stella Lugo (PSUV) 48,28%, Gregorio Graterol 35,28%.
Guárico: Ramón Rodríguez Chacín (PSUV) 70,41%, José Manuel González 25,5%.
Lara: Henri Falcón 54,35%, Luis Reyes Reyes (PSUV) 41,98%
Mérida: Alexis Ramírez (PSUV) 47,56%, Lester Rodríguez 37,96%.
Miranda: Henrique Capriles Radonski 50,35%, Elías Jaua (PSUV) 46,13%.
Monagas: Yelitze Santaella (PSUV) 52,59%, José Gregorio Briceño 40,67%.
Nueva Esparta: Carlos Mata Figueroa (PSUV) 52,44%, Morel Rodríguez 44,34%.
Portuguesa: Wilmar Castro (PSUV) 50,96%, Oswaldo Zerpa 22,59%.
Sucre: Luis Acuña (PSUV) 55,77%, Hernán Núñez 35,26%.
Táchira: José Gregorio Vielma Mora (PSUV) 53,48%, César Pérez Vivas 44,48%.
Trujillo: Henry Rangel Silva (PSUV) 79,4%, José Hernández 17,31%.
Vargas: Jorge García Carneiro (PSUV) 69,05%, José Manuel Olivares 24,13%.
Yaracuy: Julio León (PSUV) 57,8%, Biagio Pilieri 36,5%.
Zulia: Francisco Arias Cárdenas (PSUV) 50,99%, Pablo Pérez 46,74%.


L’opposizione venezuelana perde Stati strategici
L’opposizione venezuelana ha perso vari Stati che sono considerati strategici per l’ubicazione geografica e il potenziale economico che hanno nell’ambito del Paese: Carabobo, Táchira, Nueva Esparta e Zulia. Questo costituisce un grave passo indietro per la destra, che lo scorso ottobre ha perso anche le elezioni presidenziali.
Lo Stato di Zulia (nordest) si è espresso a favore del Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV) con il 50,99% ottenuto dal suo rappresentante, Francisco Arias Cárdenas. Mentre Pablo Pérez, rappresentante del partito di opposizione Mesa de la Unidad Democrática (MUD) ha raggiunto il 46,74%.
Nello stato di Nueva Esparta (nordest), il candidato socialista Carlos Mata Figueroa si è imposto con il 52,44% dei voti; mentre l’oppositore Morel Rodríguez ha ottenuto solo il 44,34%.
Con il 53,49% il candidato del PSUV Francisco Ameliach ha conquistato il governo dello Stato di Carabobo (nord); mentre Enrique Salas Feo, il candidato dell’opposizione, è arrivato al 42,7%.
A Táchira (sudovest) il candidato del PSUV José Vielma Mora ha vinto con il 51,7%. Da parte sua l’oppositore Cesar Pérez Vivas ha avuto il 44,48%.
Anche lo Stato Monagas ha potuto essere ripreso dallo schieramento rosso, il cui rappresentante, Yelitze Santaella, ha raggiunto il 52,59%. José Gregorio Briceño, che aspirava alla rielezione per la MUD ha ottenuto il 40,67%.

Briceño aveva governato in due periodi come esponente del partito socialista. Ciò nonostante, all’inizio del e 012 fu espulso dall’organizzazione politica per comportamenti scorretti. Successivamente José Gregorio Briceño si è qualificato come sostenitore dell’opposizione.
La presidentessa del Consejo Nacional Electoral, Tibisay Lucena si è congratulata con il popolo venezuelano per la sua condotta in queste elezioni.
“Osserviamo e ci congratuliamo con il popolo del Venezuela, che è andato a votare tranquillamente, con quello spirito che ci caratterizza”, ha dichiarato Lucena, che ha messo in rilievo la partecipazione del 53,4% degli aventi diritto.
I seggi in Venezuela sono stati chiusi alle 18.00 ora di Caracas (22.30 GMT), a eccezione di quei collegi dove c’era ancora gente in attesa di votare.
Per queste elezioni amministrative erano convocati 17 milioni 421mila 946 cittadini, per scegliere 260 eletti tra governatori e parlamentari regionali

Fonti:

Traduzione a cura di Andrea Grillo, 16.12.2012

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