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26/12/2012

Le problematiche della democrazia dal basso

Se qualcuno credeva che la democrazia dal basso fosse "una passeggiata di salute" beh, sta avendo modo di ricredersi. La democrazia dal basso è un gran casino, in particolare in un Paese dove di democrazia se ne è sempre esercitata poca e invece siamo tutti espertissimi del nostro singolare modo di intendere l'anarchia.

Nella democrazia dal basso, essenzialmente, si protesta. Si litiga. Ci si scandalizza. Ciascuno ha il proprio modo di intenderla, ciascuno ritiene di conoscere come devono comportarsi tutti gli altri. Se non lo fanno, sono subito poco democratici. Ognuno ha voce in capitolo, la sua opinione vale quanto quella degli altri e la zuffa è sempre dietro l'angolo.

Questo sta succedendo a Grillo, a Favia, alla Salsi: una zuffa sul modo di intendere la democrazia dal basso. I giornali ci sguazzano, perché ovviamente neanche loro hanno la più pallida idea di cosa si tratti.

Ad esempio, la democrazia dal basso partorisce certi mostri che poi è difficilissimo uccidere. Leggetevi questa storia, che raccontai sul Fatto. In breve, in seguito ad un faticoso processo democratico il M5S romano aveva nominato i propri candidati alla regione, e tra questi si è poi scoperto che c'era il portaborse di un noto politico berlusconiano. Scandalo generale, ma era impossibile tornare indietro: la nomina era stata fatta democraticamente, online, in modo trasparente. Chi può cacciar via qualcuno? Ma Beppe, ovviamente!

Tutti allora a invocare Beppe. Aiutaci! E' un disastro! Fai un diktat per favore! Che vergogna! La risposta di Grillo e Casaleggio non si è fatta attendere, ed è stata di questo tenore:

Siamo preoccupati per ciò che accade. Ma purtroppo non possiamo intervenire, l'avete nominato col vostro processo democratico interno e noi non possiamo impicciarci. Ci auguriamo che il mov romano riesca a venir fuori da questa situazione.

Punto e basta. Tutti a stracciarsi le vesti perché Grillo rifiutava di intervenire anche se chiamato, anche davanti ad un evidente rischio di sputtanamento nazionale. Poi il candidato ha fatto un passo indietro, e la questione si è risolta: ma resta il fatto che sia Grillo che Casaleggio hanno puntato i piedi e rispettato il processo democratico del movimento romano, pur se chiamati in causa.

Questa storia non la leggerete su nessun giornale, solo su un blog di nicchia. E non è la difesa di Grillo, anche se quando dice "Io sono democratico" non posso che testimoniare che è vero. Ma è una storia di democrazia dal basso, dei casini che si combinano, delle zuffe che garantisce ogni giorno. Una cosa bellissima, certo: ma tanto, tanto difficile. E prima di riempirsi la bocca a giudicare chi tenta di praticarla, bisognerebbe provare a sbatterci un po' le corna.

Fonte

Un valido esempio a sostegno della tesi secondo cui i problemi del Movimento 5 Stelle non stanno tanto in Grillo e nel suo essere o proporsi come ducetto di turno, quanto nell'essenza stessa della democrazia dal basso, che si manifesta con tutte le sue criticità in quei soggetti in cui non c'è nemmeno un retroterra ideologico e politico definito a far da collante.

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