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13/11/2012

Il capitano Achab e il politically correct

La nostra lingua, la libertà di parola, è minacciata, castrata da un neo puritanesimo, da un "politically correct" asfissiante che annulla la verità e uccide qualunque confronto. Una "Lourdes linguistica" che edulcora e trasforma le parole, sostituisce la realtà, si pone come sudario sul corpo vivo della società. La verità, nella sua semplice e brutale esposizione è diventata un oltraggio al pudore, al bon ton, uno sfregio alla democrazia compiuta e alle Istituzioni (sempre siano lodate...). In questa calma di palude nulla deve portare turbamento. L'indignazione gridata è una minaccia, ogni giudizio è un'offesa al galateo, alla forma, a una categoria. Il Sistema, nelle sue varie e molteplici forme, diverse, ma protette dal medesimo scudo di perbenismo, da una vernice di merda decennale che non puzza, ma soltanto "odora", usa il politically correct per mozzare le lingue, etichettare, isolare chiunque ritenga altro a sé.
"Il male e la sventura svaniscono con un tuffo nelle acque dell''eufemismo. Chi è il capitano Achab? Un portatore di un atteggiamento scorretto verso le balene. Non facciamo fiasco, riusciamo meno bene del previsto. Non siamo drogati, eccediamo nell'uso di sostanze stupefacenti. Non siamo paralizzati, ma affetti da tetraplegia. Un cadavere va chiamato "persona non vivente" e di conseguenza, un cadavere grasso sarà una persona non vivente portatrice di adipe" (*).
La verità offende persino quando, per conclamarla, si usano metafore o perifrasi. Se la verità offende, la metafora offende sommamente se riferita alla sfera sessuale. Giordano Bruno oggi non sarebbe più bruciato a Campo dè Fiori con una mordacchia in bocca, ma analizzato nelle sue deviazioni intollerabili, nelle sue enunciazioni eretiche, durante infiniti talk show e con fuori onda di novizi inconsapevoli di essere ripresi.
Scrisse Orwell in "Politics and the English Language": "Se semplifichi il tuo linguaggio, ti liberi dalle peggiori follie dell'ortodossia. Non potendo più parlare nessuno dei gerghi prescritti, se dici una stupidaggine la tua stupidità sarà evidente anche a te. Il linguaggio politico è inteso a far sembrare veritiere le menzogne e rispettabile ogni nefandezza, e a dare una parvenza di verità all'aria fritta." La verità è ormai diventata insulto. Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere.

(*) Da "La cultura del piagnisteo. La saga del politicamente corretto. Robert Hughes"

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