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05/11/2012

Grecia: dittatura tecnica contro la libertà di stampa

Un paio di articoli giusto per ricordare che in Grecia tira proprio una brutta aria.




Il deputato nazista che prese a cazzotti una collega comunista in diretta tv i poliziotti greci non sono proprio riusciti a trovarlo, ma nel caso del giornalista che ha reso pubblico un elenco di evasori fiscali sono stati assai più efficienti.
E così Kostas Vaxevanis è finito in manette poche ore dopo la pubblicazione di un elenco di nomi di presunti evasori contenuti in una lista di cittadini greci che possiedono dei conti correnti in Svizzera. Ieri il cronista ha diffuso tramite la rivista 'Hot Doc' di cui è direttore i 2059 nomi della lista trasmessa nel 2010 al governo ellenico dall'allora ministro delle Finanze francese Christine Lagarde (oggi odiata direttrice dell’FMI), documento la cui copia originale sarebbe - secondo Atene - sparita. Il governo greco ha infatti "richiesto" alcuni giorni fa alla Francia di inviare di nuovo il documento - ottenuto nell'ambito dell'inchiesta sulle rivelazioni di un ex dipendente della banca svizzera Hsbc - e attende una "risposta" da Parigi. In realtà la polizia ellenica aveva ottenuto i dati già il 2 ottobre, ma il Ministero delle Finanze di Atene li aveva chiesti di nuovo perché i dati erano stati ottenuti illegalmente dalla fonte originale e dunque il loro utilizzo sarebbe stato analogo allo spionaggio industriale. Poi però l’indignazione popolare scatenata dalle melina del governo ha obbligato il ministro Yannis Sturnaras a dimostrare di darsi da fare. Sturnaras - che a suo dire aveva appreso dell'esistenza del file dai giornali (!) - aveva dovuto lanciare una ricerca che ha visto coinvolti anche i servizi segreti per rimettere le mani sul file incriminato, dopo che anche la Corte Suprema aveva confermato che i dati provenivano "da un rappresentante ufficiale di uno Stato per via diplomatica" e dunque potevano essere usati senza problemi. La stampa ellenica non ha risparmiato il veleno sulla classe dirigente, affermando che tutti nel governo attuale e in quelli precedenti conoscevano benissimo le identità degli evasori e che semplicemente hanno fatto di tutto per non perseguirli. E non si parla di pochi spiccioli: lo stesso Ministero delle Finanze a luglio aveva indicato come negli ultimi due anni oltre 16 miliardi di euro siano stati esportati legalmente fuori dal Paese, il 10% di questi in Svizzera.

Fatto sta che questa mattina il direttore della rivista è stato arrestato per ‘violazione della privacy’. "Ha pubblicato una lista di nomi senza permesso e ha violato la legge sulla privacy. Non c'e' prova che queste persone hanno violato la legge" hanno spiegato i magistrati che hanno deciso la detenzione, attirandosi le critiche dell’opinione pubblica e del sindacato dei giornalisti ellenico.

In un video e in alcuni messaggi pubblicati su Internet poco dopo il suo rilascio nel pomeriggio – dovrà presentarsi domani davanti al giudice - Vaxevanis ha difeso il suo operato: "Non ho fatto altro che quello che ogni giornalista è obbligato a fare. Ho rivelato la verità che stavano nascondendo. Invece di arrestare gli evasori, cercano di arrestare la verità e la libertà di stampa".

Nella lista di nomi di presunti evasori figurano tre ex Ministri, l’attuale presidente del Parlamento, molti funzionari pubblici, diversi uomini d'affari ellenici e giornalisti, nonché un importante consigliere dell’attuale premier Antonis Samaras e lo stesso leader del partito di governo Nea Dimokratia.



Hanno osato criticare il Ministro degli Interni per aver annunciato una querela contro il Guardian - reo di aver amplificato le denunce di tortura inflitte da poliziotti a 15 antifascisti - mai presentata. La tv pubblica greca li caccia.

Nuovo caso di incredibile censura in Grecia. Questa volta a farne le spese sono stati due giornalisti - Kostas Arvanitis e Marilena Katsimi – sospesi in tronco dalla tv ellenica Ert/Net (Televisione Pubblica Greca) per aver osato parlare durante la loro trasmissione delle accuse rivolte alla Polizia da una quindicina di manifestanti antifascisti. Che, in un’intervista al quotidiano britannico ‘The Guardian’, avevano denunciato di essere stati torturati e minacciati all’interno di un commissariato di Atene dopo essere stati arrestati mentre manifestavano contro le continue aggressioni contro gli immigrati delle squadracce neonaziste di Chrisy Avghi. Aver dato voce alle denunce dei torturati e aver conseguentemente criticato l’operato del Ministro della Protezione del Cittadino (!) Nikos Dendias è costato molto caro ai due conduttori del programma “L’informazione della mattina” immediatamente rimossi dalla direzione del canale tv pubblico. Una rappresaglia lampo quella contro i due cronisti che hanno evidentemente toccato un nervo scoperto.

Scriveva ieri pomeriggio Kostas Arvanitis sul suo blog: “Abbiamo appena appreso che il direttore generale del settore informazione della ERT ha deciso di rimuovere me e Marilena Katsimi dal programma con effetto immediato”. L’appena nominato direttore della ERT, Aimilios Liatsos, non ha avuto neanche il fegato di annunciare direttamente ai due giornalisti la rappresaglia nei loro confronti. Poi però in una dichiarazione pubblica Liatsos ha accusato Arvanitis e Katsimi di aver aver violato il Codice Etico dei giornalisti per giustificare la loro sospensione.

Ma la verità, ormai evidente a molti, è che al Ministro Dendias non è andato proprio giù che i due abbiano informato i telespettatori che il suo dicastero ha intenzione non di indagare sull’operato dei propri uomini, ma di citare in giudizio nientemeno che il Guardian di Londra, ‘colpevole’ di aver amplificato le denunce dei giovani antifascisti torturati e per ‘aver diffamato la democrazia ellenica’. Citazione in giudizio che però, a molte settimane dalla pubblicazione del reportage da parte del giornale britannico, non è ancora avvenuta. Forse perché – hanno azzardato i due cronisti – gli esami condotti sui corpi degli arrestati da alcuni medici “mostrano davvero i crimini commessi dai poliziotti contro di loro”. Eppure, hanno continuato i due “il signor Dendias non ha alcuna intenzione di dimettersi”.

L'ultimo caso di censura, che ha già scatenato un coro di accuse e polemiche nei confronti della gestione autoritaria e di parte del servizio pubblico, è arrivato solo un giorno dopo l'arresto del giornalista Kostas Vaxevanis, colpevole di aver pubblicato sulla sua rivista “Hot Doc” un elenco di 2059 possibili grandi evasori mai perseguiti dalle autorità di Atene.

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