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28/11/2012

Bancocrazia - Gianni Dragoni


Le banche hanno finito i soldi
Ciao cari amici del blog di Beppe Grillo, sono Gianni Dragoni, sono un giornalista, lavoro a Il Sole 24 Ore e ho scritto un libro sulla crisi e il ruolo delle banche, si chiama “Banchieri & Compari”. E oggi parleremo della crisi, le banche sono al centro di questa grande crisi, i guasti del sistema finanziario però le banche sono sempre quelle che vengono aiutate dai governi, anche dal governo Monti.Partiamo dal grande aiuto che le banche in Europa hanno avuto un anno fa e anche nel febbraio di quest’anno dalla Bce. Le banche italiane sono quelle che hanno avuto più soldi, 270 miliardi di Euro, più di un quarto del totale Un prestito che però è quasi un regalo che pagano per tre anni un tasso di appena l’1 % all’anno, chi ha bisogno di un finanziamento o di un mutuo se lo sogna un tasso del genere, non lo otterrà mai, ma non otterrà neanche i finanziamenti perché le banche, lo dicono i dati della Banca d’Italia, hanno ridotto continuamente l’erogazione del credito al sistema produttivo, alle imprese e alle famiglie. Allora se i prestiti non vengono dati all’economia, ma le banche ricevono prestiti a buon mercato, soldi facili dalla Bce e sono soldi nostri perché è una banca pubblica, questi soldi dove sono andati a finire? Sappiamo che molto di questo denaro è stato utilizzato per comprare dei titoli di Stato e questo ha consentito sì di aiutare lo Stato, in questo caso il governo Monti, a piazzare l’enorme debito pubblico che cresce continuamente ed è arrivato alla soglia dei 2 mila miliardi di Euro, una somma gigantesca. Il terzo debito del mondo rispetto al prodotto interno lordo è quello dell’Italia, ma sono serviti anche a aiutare le banche a salvarle praticamente dal fallimento, perché? Perché con il crollo della fiducia e il timore di una bancarotta, il timore che l’Italia facesse la fine della Grecia, un timore che non è ancora del tutto scongiurato, i titoli di Stato nel loro portafoglio i Bot e i Btp si erano svalutati e quindi le banche avrebbero dovuto portare in bilancio delle perdite enormi. Invece ricomprando questi titoli hanno comprato, guadagnandoci , dei titoli che costavano poco e rendevano molto, molto di più del costo del denaro che gli è stato prestato. Quindi il risultato è che le banche hanno potuto fare una speculazione con i soldi dei contribuenti, con i soldi nostri.
Questa crisi è nata anche perché le banche hanno finito i soldi.Lo stesso Presidente della Consob e già vice mnistro dell’economia Tremonti. Giuseppe Vegas più o meno un anno fa ha detto: “Le banche sono senza soldi”, una constatazione che viene da una persona che conosce molto bene la situazione. Ma dove sono finiti allora i soldi che già le banche avevano? In realtà le banche non erano proprio senza soldi però non si fidavano più e anche oggi non si fidano più e non si prestano i soldi neppure tra loro, perché il principale canale di finanziamento delle banche sono i prestiti interbancari che si fanno quotidianamente. In effetti le banche se tutti i risparmiatori volessero andare subito a ritirare i loro depositi non avrebbero i soldi da restituire, dovrebbero andare a procurarseli. Perché queste banche hanno finito i soldi? Come sono stati impiegati prima di ricevere questo maxi prestito dalla Bce? Sono stati impiegati spesso in operazioni o speculative o di credito per finanziare gli amici. C’è stato il caso Ligresti famoso, ma non unico, eclatante forse il più eclatante perché Ligresti è entrato in crisi e ormai il suo impero finanziario è passato di mano, anche se Ligresti ha ancora un cospicuo patrimonio. Ci sono altri amici delle banche spesso sponsorizzati dalla politica, per esempio l’immobiliarista Zunino, oppure il finanziere Zaleski, che è stato finanziato da Banca Intesa e dal suo amico Giovanni Bazoli, per comprare, con i prestiti delle banche, dei pacchetti azionari delle stesse banche che lo finanziano. Questo è un caso clamoroso di conflitto di interessi, eppure, alla fine Zaleski, con il crollo dei valori di Borsa, possedeva e possiede ancora dei titoli azionari, partecipazioni in molte imprese che però si sono svalutate e quindi ha avuto bisogno di nuovi prestiti dalle banche per essere salvato. E in questo modo le banche hanno un po’ salvato sé stesse ma soprattutto questi grandi banchieri, come Bazzoli e i finanzieri che hanno salvato la loro poltrona e il loro potere.


Premi milionari costruiti sulle disgrazie altrui
Molte banche italiane, a cominciare dalle più grandi, sono coinvolte in un gigantesco giro di evasione fiscale, cioè tasse non pagate, c’è il caso dell’Unicredit che aveva fatto dei titoli esteri , perché c’è sempre una triangolazione estera, quando c’è evasione fiscale, c’è sempre bisogno di andare all’estero, ma possiamo anche dire che quando ci sono delle operazioni con l’estero se non corrispondono a delle operazioni che accompagnano per esempio dei finanziamenti o uno spostamento di merci c’è puzza di bruciato, c’è il sospetto quindi che vengono fatte solo per aggirare il fisco o le leggi. Unicredit aveva come sponda il Lussemburgo e i titoli che si chiamano Brontos con l’aiuto di una banca inglese, la Barclays è stata accusata di avere evaso il fisco per più di 750 milioni di Euro di utili e ha accettato di pagare, quindi ha fatto una transazione e e le tasse corrispondenti, quasi 250 milioni di Euro. Questo è avvenuto pochi mesi fa ed è appena cominciato a Milano un processo contro l’ex amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo, oggi Presidente di Monte dei Paschi di Siena, e altri banchieri sia dell’Unicredit sia della Barclays per le accuse di avere aggirato il fisco. Anche Banca Intesa San Paolo, l’altra grande banca italiana, è accusata di evasione fiscale attraverso titoli esteri per più di un miliardo di Euro di utili e ha già accettato di pagare una somma importante ma l’aspetto paradossale è che il suo ex amministrative delegato Corrado Passera che conosciamo benissimo perché è diventato ministro dello Sviluppo economico nel governo Monti, ministro di uno sviluppo che peraltro non c’è perché la crisi peggiora giorno dopo giorno, è indagato in sostanza per infedele dichiarazione fiscale per evasione fiscale. Eppure è diventato ministro e non pensa minimamente a dimettersi. L’altro aspetto curioso che nessuno mai gli ricorda questo problema o gli chiede spiegazioni.
Poi Monte dei Paschi di Siena, Credito Emiliano, Banca Popolare di Milano, il Banco Popolare di Verona e Novara, i grandi gruppi italiani hanno tutti fatto degli accordi per restituire al fisco una parte delle somme contestate. In pratica anche se forse formalmente non è una ammissione di colpevolezza è come se abbiano accettato di dire preferisco pagare più che avere altri guai.
Le banche italiane sono accusate di avere sottratto al fisco tra i 4 e i 5 miliardi di Euro e con queste transazioni, con questi accordi con l’agenzia delle entrate hanno restituito circa un miliardo di Euro e gli altri tre o quattro miliardi dove sono andati? Questi soldi ma perché non vengono recuperati?
Chiaramente sono rimasti, se le accuse sono fondate, intanto dentro le banche, sono degli utili che queste banche hanno avuto e più gli utili sono alti, anche se sono operazioni di breve periodo che poi non tengono, non sono sostenibili. I capi delle banche si danno ogni anno dei grandi stipendi e dei bonus, dei premi milionari che spesso sono costruiti sulle disgrazie altrui. Per esempio i vertici di Mediobanca. Alberto Nagel, amministrative delegato, Renato Pagliaro è il Presidente, abbiamo visto il bilancio al 30 giugno 2012, hanno ancora degli stipendi lordi che sono più di 2 milioni di Euro all’anno, quindi dopo le tasse circa la metà. Ma un anno fa con la crisi era apparsa sul giornale la notizia che Nagel e Pagliaro di Mediobanca si sarebbero ridotti lo stipendio del 40 per cento, una notizia non ufficiale ma neanche smentita. In realtà lo stipendio che abbiamo visto del bilancio 2008 dei vertici di Mediobanca è quasi lo stesso dell’anno precedente, quindi la banca ha fatto anche meno utili, ha dato meno dividendo agli azionisti, con la crisi è andata molto peggio e non poteva che essere diversamente, ma i suoi vertici continuano a guadagnare più o meno lo stesso stipendio. Vedremo cosa succede nei prossimi mesi con Unicredit e Intesa San Paolo ma non c’è da aspettarsi un taglio degli stipendi. Corrado Passera nel 2011 ha lasciato Banca Intesa San Paolo con uno stipendio, è stato pubblicato dal bilancio, più 3 milioni lordi prima delle tasse e quindi il suo stipendio più o meno ordinario di ogni anno.


Lo scandalo dei tassi taroccati
Ecco dove sono andati i soldi, ecco perché le banche fanno speculazioni e operazioni di breve periodo, i loro vertici continuano a arricchirsi anche quando banche procurano dei danni all’esterno e hanno anche bisogno poi di ristrutturarsi e di tagliare il personale, perché quando c’è un problema si taglia in basso e non in alto.Si stima che le banche italiane hanno in corso piani di ristrutturazione con 20 – 30 mila esuberi, tra queste Unicredit che ha dato finanziamenti a Ligresti diciamo a piè di lista, lo ha sempre finanziato, sono crediti in buona parte inesigibili però manda via circa 5 mila persone. Intesa San Paolo ha un piano simile, Monte dei Paschi di Siena 3 – 4 mila esuberi e così via.
Sullo sfondo rimangono sempre i grandi giochi pericolosi, le grandi acrobazie speculative della finanza internazionale che parte dall’America e arriva in Europa ma il sistema interconnesso ne fa parte anche il sistema finanziario e bancario italiano. Abbiamo visto nei mesi scorsi esplodere delle grandi truffe nei derivati che sono in sostanza dei titoli speculativi, equivalgono a delle scommesse anche se qualche grande banchiere li chiama delle operazioni fatte per proteggere la banca, ma per esempio la banca J.P. Morgan negli Stati Uniti ha avuto una perdita su derivati di 4 – 5 miliardi di dollari, quella dichiarata, forse molto più alta. Però il capo dell’ufficio investimenti a Londra, la signora Ina Drew è stata messa alla porta con una superliquidazione di decine di milioni di Euro lordi. Poi c’è stato lo scandalo dei tassi taroccati, Libor e l’Euribor, sono i tassi presi a riferimento in tutto il mondo, anche in Italia, per determinare il costo dei finanziamenti, il prezzo dei mutui, i tassi di interesse. Il banchiere che sta in alto però non paga mai e il capo della prima banca che ha ammesso di avere un ruolo in questo scandalo, in questo cartello dei tassi per cui le banche si mettevano d’accordo il capo della Barclays Bob Diamond si è dovuto dimettere in luglio e aveva preteso pure una liquidazione che doveva essere di più di 10 milioni di sterline. Per le proteste della stampa la liquidazione è stata ridotta e ha avuto 2 milioni di sterline che è una somma enorme, sono più di 2 milioni di Euro ed è stato soprannominato dalla stampa inglese Bob il diamante. Questo è un’po’ lo specchio, quando succede un danno, quando c’è un problema i grandi manager della finanza, i grandi banchieri ne escono sempre bene e si taglia in basso.
Passate parola!
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