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17/08/2012

L'inceneritore di Parma

Per anni Iren Spa, con l’avallo del presidente della Provincia Bernazzoli (Pd) e dei sindaci del Comune di Parma Ubaldi e Vignali (Udc - Forza Italia - Pdl) ha negato la divulgazione del Piano Economico e Finanziario dell’inceneritore di Parma. Eppure una delibera del Consiglio Comunale di Parma del 31/03/2006 parlava di “riconoscere ai cittadini il diritto di accesso a tutti gli atti riguardanti il termovalorizzatore”. Anni di silenzio, casualmente, sono finiti con la vittoria del MoVimento 5 Stelle e di Federico Pizzarotti. Il Piano è stato pubblicato dalla testata Parmadaily.it (in cambio al direttore sono subito arrivate minacce). Nel Piano è scritta chiaramente la durata di funzionamento dell’impianto: 20 anni!!! Altro che “soluzione temporanea” come blatera il Pd. 20 anni di fumi e veleni pagati dai cittadini con tariffe altissime. Gli altri Comuni della provincia di Parma lo sapevano? In tutti questi anni i sostenitori dell’inceneritore, in primis Pd e Pdl, hanno promesso “tariffe più basse con l’inceneritore”. Una bugia colossale. Dal 2013 al 2032 , se si attiverà l’inceneritore, che i cittadini di Parma ed il Comune non vogliono, si pagherà per lo smaltimento dei rifiuti 168 euro/tonnellata (+ inflazione). Comparando i costi di smaltimento si capisce che il conto sarà salatissimo. A Reggio Emilia si pagheranno 140 euro/ton con la costruzione del Trattamento Meccanico Biologico (fonte assessore provinciale all'ambiente Mirko Tutino) al posto dell’inceneritore cancellato anche per le lotte del Blog e del M5S. A Piacenza si pagano 117 euro/ton. A Napoli 109 euro/t per smaltirli in Olanda. A Torino, nell’inutile e dannoso inceneritore TRM Gerbido, si pagheranno 97 euro/ton. Ci sono altri punti non chiari nel Piano.
E’ previsto che per 20 anni verranno bruciate 108.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati all'anno. E se la raccolta differenziata aumenta? Si prenderanno rifiuti da fuori provincia di Parma? Ma non si prometteva il contrario? Ecco dimostrato come gli inceneritori blocchino la raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti durante il loro funzionamento. E chi ha la responsabilità di controllare le tariffe di Iren? Con quali studi di mercato Iren ha attestato la conformità dei costi? In quali tasche vanno a finire i soldi dei parmigiani? Il Consiglio Comunale e la Giunta di Parma hanno già votato atti per avviare le alternative all’inceneritore. Iren, che continua a fregarsene del volere dei cittadini e del Comune di Parma, quarto azionista pubblico, sarà chiamata a far chiarezza in consiglio comunale in diretta web sui costi assurdi richiesti.
Federico Pizzarotti e l'assessore all’ambiente Folli, hanno annunciato per fine anno l'attivazione nel centro storico del porta a porta sull'organico e per il 2013 l'estensione totale della differenziata spinta in tutta la città. Al tempo stesso ha richiesto di rivedere il Piano Provinciale dei Rifiuti con i Comuni parmensi per puntare su Rifiuti Zero. Gli altri Comuni di Parma sono mai stati messi a conoscenza del piano e dei costi da parte della Provincia? Sanno delle alternative meno costose e non dannose per l’ambiente di Reggio Emilia?
Intanto il super esperto nei maggiori processi ambientali d’Italia, l’ingegner Paolo Rabitti, sta passando al setaccio le carte dell’inceneritore.
Se democrazia e ruolo delle amministrazioni pubbliche hanno un senso, Iren dovrebbe immediatamente fermare la costruzione dell’impianto e iniziare le trattative per smontarlo e rivendere varie parti sul mercato (operazioni già attuate con vecchi inceneritori olandesi chiusi, smontati e rivenduti). Allo stesso tempo le altre istituzioni del parmense dovrebbero rivedere il Piano Provinciale Gestione Rifiuti, come proposto dal Comune di Parma riconvertendo il cantiere in un Centro riciclo e trattamento “a freddo”, come quello che nascerà nella vicina Reggio Emilia.

Matteo Incerti, MoVimento 5 Stelle

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