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26/03/2012

C'è vita oltre lo smantellamento dell'articolo 18?

Riportiamo qui la notizia di un rapporto del centro studi della Confcommercio che sembra più ispirato agli scritti della sinistra latinoamericana sul "ventennio perduto", quello delle politiche liberiste Fmi in Sud America, che dall'appello bipartisan con il quale si conclude.
In sintesi i ricercatori di Confcommercio sostengono: l'Italia ha passato un decennio, forse un quindicennio, perduto e non si intravede l'uscita dal tunnel. Si parlano infatti del calo tendenziale del pil, del crollo dei consumi, e delle ulteriori difficoltà che il fiscal compact (patto fiscale europeo) e l'aumento dell'Iva posso portare al tenore di vita in questo paese.
Non spetta certo alla Confcommercio rimettere in discussione il concetto di Pil e quello di consumi. Ma i ricercatori del centro studi Mariano Bella confermano con la statistica, meglio di tante analisi verbose a sinistra, quello che si capisce da tanti dati empirici. Il neoliberismo in Italia si sviluppa proprio a detrimento del tenore di vita della popolazione. In questo senso il tentativo di smantellamento dell'articolo 18 andrebbe, con i suoi effetti concreti sui licenziamenti, a sovrapporsi ad una dinamica di impoverimento generale già marcata e individuata dalle statistiche. Strana storia quella delle leggi Fornero sull'articolo 18: ha spaccato governo, confindustria, sindacati, centrodestra e centrosinistra. Ma non i media che si sono dimostrati i veri king maker, oltre a Monti e Napolitano, di questo pacchetto di legge.
Ora il contesto è però chiaro: l'eventuale smantellamento dell'articolo 18 sarebbe l'ennesima tappa di un decennio, o quindicennio, perduto.
E' quindi una concezione dell'economia, nello specifico quella che si basa sulla ristrutturazione dell'offerta abbassando il costo del lavoro (Fornero) e sulla concentrazione di capitale (Monti), che mostra tutto il suo logoramento proprio nel momento in cui cerca definitivamente di governare il paese.
Si tratta quindi di dimostrare che c'è vita oltre la ristrutturazione dell'articolo 18. Perchè nella ristrutturazione dell'articolo 18 vita non c'è.

(red) 25 marzo 2012

la fonte

Cernobbio (Como), 23 mar. (Adnkronos/Ign) - "Il salto indietro dell'Italia appare sempre più ampio: i consumi sono ai livelli del 1998, il Pil ai livelli del '99. Non è più un decennio perso, ci avviciniamo al quindicennio". E' quanto afferma l'Ufficio Studi della Confcommercio.

Nel rapporto sulle 'Prospettive economiche dell'Italia nel breve-medio termine', a cura del direttore dell'Ufficio Studi dell'associazione, Mariano Bella, presentato al via della due giorni organizzata a Cernobbio, si legge che sono "urgenti azioni di contenimento della spesa pubblica nell'ambito della spending review e dell'esercizio della delega fiscale per il riordino delle agevolazioni, per sostituire all'aumento dell'Iva qualche più salutare correttivo che non abbia effetti così gravemente recessivi".

Secondo la Confcommercio "in assenza di manovre Iva nel 2011 avremmo osservato un incremento della spesa reale delle famiglie residenti pari allo 0,4%, invece del dato di consuntivo pari a 0,2. Per il 2012 la previsione sarebbe stata di -2,1%, invece dell'attuale -2,7%. Per il 2013 e 2014 avremmo previsto +0,1% e +0,7%, invece di -0,8% e +0,6%. Il 2013 è l'anno più colpito dalle manovre Iva, perché si cumulano gli effetti tanto dell'incremento del 2011 quanto, soprattutto, il pieno dispiegarsi delle conseguenze dell'incremento di ottobre 2012".

Nello studio si afferma poi che senza crescita economica, per l'Italia il "prezzo" del fiscal compact, il trattato intergovernativo firmato da 25 Paesi dell'Ue (restano fuori Gran Bretagna e Repubblica Ceca) che dovrebbe entrare in vigore nel gennaio 2013, previa ratifica da parte di 12 paesi dell'Eurozona, "sarà elevatissimo, forse insopportabile". Il trattato, è il monito, "è perfettamente compatibile con un progressivo impoverimento dei cittadini italiani".

In Europa, si rileva ancora, la pressione fiscale "è oggi mediamente inferiore al valore della fine degli anni '90. In Italia è superiore e si appresta a raggiungere, quest'anno, i massimi di sempre". Eliminando dal Pil la quota derivante dall'economia sommersa, "la pressione fiscale legale, cioè quella gravante sui contribuenti in regola, raggiunge per l'Italia il 55%, portando il Paese al numero uno della classifica europea, e quindi mondiale".

Nel rapporto il direttore Mariano Bella sottolinea inoltre che in Italia "il tasso di investimento per unità di lavoro a tempo pieno è fortemente decrescente, almeno a partire dai primi anni 2000. Questo compromette le possibilità future di crescita". Per la Confcommercio "è necessario invertire tale tendenza e incrementare i livelli di investimento assoluti e per unità di lavoro.

Sull'articolo 18 è intervenuto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. ''Riteniamo che si sia giunti ad una soluzione equilibrata'' ha affermato. ''Noi riteniamo - ha sottolineato in particolare - una equilibrata soluzione quella che fa maggiormente leva sugli indennizzi economici. Certo, come ha ricordato il presidente Monti, bisogna combattere e contrastare gli abusi e tutto ciò che va in questa direzione è auspicabile''. "Condividiamo l'impianto della proposta di riforma" del mercato del lavoro, ha poi aggiunto, evidenziando che tale impianto è "maturato sulla base di un confronto reale che, tra l'altro, ha visto riconosciute alcune nostre esigenze, come quella di non penalizzare i contratti stagionali e sostitutivi, e di controllare il costo del lavoro soprattutto per i piccoli".

Quanto alla situazione del Paese, "il piacevole declino dello spread certamente ci fa dire che il governo ha imboccato la strada del Salva Italia, ma non si vede ancora la luce alla fine del tunnel. Ecco perché io dico - insiste Sangalli - facciamo in modo di rilanciare la domanda interna, facciamo in modo di rilanciare i consumi, ecco perché diciamo che bisogna evitare l'aumento dell'Iva, perché esso va totalmente in una direzione contraria". Una "mina" l'aumento dell'Iva "che va disinnescata".

Va inoltre ''urgentemente messo in campo anche un robusto economic compact, cioè un robusto pacchetto di riforme e di scelte per la crescita" e "bisogna fare di tutto affinché la liquidità messa a disposizione dalla Banca centrale europea venga impiegata non sono per acquistare titoli di stato ma anche per finanziare famiglie e imprese".

Il presidente di Confcommercio lancia poi un appello per la "tolleranza zero" nella lotta all'evasione e alla elusione fiscale. "Tolleranza zero - afferma - perché chi evade e chi elude mina le fondamenta del patto di cittadinanza e agisce contro la crescita e lo sviluppo del paese". "Zero - aggiunge - e a 360 gradi, perché, nel 2012, oltre 280 mld di base imponibile evasa confermano che evasione ed elusione sono patologie che tagliano trasversalmente tutta l'economia e la società italiana".

Quindi l'invito alla politica perché "colga l'opportunità del passaggio di una fase del governo Monti per porre le fondamenta di una nuova stagione della Repubblica". E lo faccia, spiega, "attraverso scelte di riforma istituzionale e i riforma elettorale, che consentano di archiviare definitivamente tanto la stagione sterile del bipolarismo muscolare quanto il virus dell'antipolitica".

Fonte.

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