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18/01/2012

Torino-Detroit, la solidarietà possibile

I giornali italiani hanno dato grande visibilità alla Mostra internazionale dell'Auto di Detroit soprattutto per nascondere, dietro le notizie, la pubblicità invisibile dei grandi marchi a cominciare da Fiat. Negli stessi giorni però, Autoworker Caravan, un gruppo di base, ha manifestato alla mostra (guarda il video) per chiedere posti di lavoro e la riapertura delle fabbriche per lavoro ecologicamente compatibili. Promosso da settori sindacali di sinistra, in parte legati alla rivista Labor Notes, i manifestanti hanno chiesto negli stessi giorni la solidarietà internazionale a partire dalla Fiat e dall'indotto dell'auto. Essi stessi hanno aderito alla campagna lanciata dalla Fiom, "Io voglio la Fiom in Fiat". Tra i messaggi di solidarietà letti dai lavoratori di Detroit ci sono quelli - che pubblichiamo di seguito - provenienti dalla Fiat di Mirafiori e dalla Lear di Grugliasco.


Cari/e lavoratori/trici dell’AWC,
I lavoratori italiani della Lear Corp. Italia di Grugliasco (Torino) –multinazionale che produce la selleria per Fiat- sono vicini alle vostre istanze e alle vostre lotte per combattere lo strapotere dell’ 1%.
Anche in Italia la crisi causa perdite di posti di lavoro, come nel nostro stabilimento che occupa 578 lavoratori, siamo di fronte a una drastica procedura di riduzione occupazionale.
Gli scioperi, i presidi alle amministrazioni locali dei lavoratori e delle lavoratrici della Lear, hanno l’intento di respingere i licenziamenti. Non ci arrendiamo, non rinunciamo a difendere con la lotta il nostro posto di lavoro.
Se noi lavoratori della Lear e della Fiat siamo all’inizio di un anno in cui si produrranno pochissime automobili è perché non è bastato eliminare i diritti dei lavoratori da parte di Marchionne, estromettere il più grande sindacato metalmeccanico italiano – la FIOM – dai propri stabilimenti per portare nuovi business. L’ AD Fiat/Chrysler Marchionne ha MENTITO al governo italiano che gli ha permesso di riportare i diritti dei lavoratori al tempo delle corporazioni fasciste.
Insieme possiamo cambiare la situazione: l’1% ci vorrebbe diviso, intenti a farci la guerra stabilimento contro stabilimento, affinchè possano ingrossare ulteriormente i loro portafogli.
Noi abbiamo capito che unendo le nostre lotte, costruendo un movimento globale e solidale possiamo vincere, partendo dagli stabilimenti americani ed europei per allargarsi a tutto il resto del mondo. Costruiamo uno sciopero generale mondiale che abbia tre parole d’ordine:
Il lavoro NON è una merce
Uguale paga per uguale lavoro
Lavorare meno per lavorare tutti ( 30 ore di lavoro pagate 40 )
Rappresentanti sindacali della Fiom.Cgil in Lear Corp. Italia di Grugliasco

Care/i lavoratrici/tori dell'awc,
esprimiamo il nostro sostegno alla vostra lotta contro il comune padrone, le multinazionali costruttrici dell'auto.
Ovunque, per sostenere i loro profitti, cercano di ridurre i diritti sindacali dei lavoratori per dividerli più facilmente e ridurre così i loro salari e intensificare lo sfruttamento.
A Torino (Italy) la Fiat ha ricattato i lavoratori minacciando la chiusura dello stabilimento se non avessero rinunciato al diritto della contrattazione sindacale sugli orari e straordinari, se non avessero rinunciato a parte del pagamento della malattia, se non si fossero impegnati a rinunciare allo sciopero contro le pretese dell'azienda.
Accettando in azienda solo i sindacati che dicono sì a Marchionne, in questi giorni il sindacato più rappresentativo, la Fiom-Cgil è stata privata dei suoi rappresentanti sindacali.
I lavoratori in Fiat, su tutto il territorio nazionale, non hanno più il diritto di scegliere i propri rappresentanti.
Con fabbriche senza lavoro per mancanza di produzione, non siamo riusciti a costruire la forza necessaria per impedire a Marchionne di portare le sue fabbriche fuori dal contratto nazionale.
Né il governo, né le più alte figure istituzionali, né le amministrazioni locali e i grandi partiti politici si sono opposti a Marchionne che impedisce alla Costituzione e alle leggi dello Stato di essere applicate nelle sue fabbriche.
Intanto è sempre più evidente che a Torino, la Fiat non intende più produrre.
In condizioni estremamente difficili continuiamo a costruire momenti di lotta per dare un riferimento ai lavoratori senza più diritti, senza vere prospettive occupazionali e colpiti nello stesso tempo dalle politiche di austerità del governo.
In questo mese sono già programmati scioperi e a Febbraio la fiom ha convocato a Roma una grande manifestazione nazionale.
Anche voi potete aderire a una petizione “anch'io voglio la Fiom in Fiat” che ha già avuto molte adesioni, anche internazionali.
Riusciremo a difendere il nostro posto di lavoro, i nostri diritti, i nostri salari, solo se riusciremo a estendere il conflitto sociale a tutti quei lavoratori colpiti dai padroni e dalle politiche dei governi; se i lavoratori italiani saranno coscienti che la vostra lotta è la loro.
W la vostra lotta; sostegno a tutte le lotte ovunque siano!
Loiacono Pasquale e altri ex rappresentanti sindacali Fiom-Cgil in Fiat Mirafiori (Torino)

Fonte.

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