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29/12/2011

Fincantieri, continua la protesta dei lavoratori

Continua la protesta dei lavoratori dei cantieri navali Fincantieri che da Palermo ad Ancona fino a Sestri Ponente hanno reagito in maniera unanime rigettando l’accordo siglato il 21 dicembre a Roma da Fim e Uilm per la cassa integrazione.
A Palermo, gli operai hanno ripreso lo sciopero proclamato il 23 dicembre, ribadendo che fino al 2 gennaio – giorno nel quale è prevista una nuova assemblea – resteranno bloccate le prestazioni straordinarie rispetto al programma produttivo previsto.  La Cgil e la Fiom Cgil di Palermo chiedono a Fincantieri di tornare sui propri passi per quanto riguarda le eccedenze di 140 unità dichiarate per lo stabilimento di Palermo.
“Chiediamo a Fincantieri di presentare il piano industriale, imperniato sulle tre missioni produttive concordate nel protocollo d’intesa siglato con la Regione e sul mantenimento dei livelli occupazionali. Se il cantiere manterrà le sue tre attività e non avrà esuberi. Se sarà diversamente non lo accetteremo” dichiarano il segretario della Cgil di Palermo Maurizio Calà e il segretario Fiom Cgil Francesco Piastra. La Fiom e la Cgil restano in attesa della convocazione da parte dell’assessorato regionale alle Attività produttive.
E’ ripresa ieri anche la protesta degli operai davanti ai cancelli dello stabilimento Fincantieri di Genova Sestri Ponente. Al presidio prendono parte un centinaio di operai e impiegati del cantiere che hanno bloccato i cancelli dello stabilimento. A loro si sono aggiunti alcuni lavoratori degli appalti.
”Aspettiamo l’ufficialità dell’incontro con il ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera – ha detto Giulio Troccoli (rsu Fiom Cgil) -, incontro che ci è stato anticipato dal prefetto di Genova e che dovrebbe tenersi subito dopo l’Epifania. Poi decideremo il da farsi”.
Intanto anche ad Ancona i due delegati della Fim-Cisl e quello della Uilm si sono dimessi al termine di un’assemblea tesissima seguita alla firma.
Tutti chiedono la riapertura del tavolo delle trattative al ministro Corrado Passera, e in primo luogo lo fa Fiom che, chiamandosi fuori, ha scritto che le sue ”buone ragioni per non firmare” vengono confermate e ribadite. Alessandro Pagano, coordinatore nazionale Fiom-Cgil per la cantieristica navale, ha sottolineato che i lavoratori stanno reagendo ”negativamente ai contenuti dell’accordo separato sulla riorganizzazione aziendale”. Il dissenso ”è unitario”.

Fonte.

Chissà quando sì deciderà Passera a battere un colpo.
Probabilmente non muoverà un dito sino a quando non sarà steso l'ennesimo decreto sviluppo, su cui pesa sempre più un silenzio di piombo che, nella migliore delle ipotesi fa presagire un provvedimento totalmente inutile ai fini di uno sviluppo che guardi alla sostenibilità sociale ed ambientale.

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