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21/11/2011

Goldman Sachs succede a se stessa.

La nuova fiaba ufficiale è che Berlusconi sia stato liquidato dalla finanza internazionale, dai banchieri, dai "mercati", dallo "spread". Così proclamano i giornalisti al soldo di Berlusconi, ed altrettanto confermano anche giornalisti che fanno professione di antiberlusconismo.[1]
La prova starebbe nel fatto che il suo successore, Mario Monti, è un consulente (advisor) di Goldman Sachs, la superbanca multinazionale, nota anche come la "Spectre". Se è per questo, Monti siede persino nel consiglio consultivo della Coca Cola; quindi è a tutti gli effetti un uomo di fiducia delle multinazionali, come testimonia la sua biografia ufficiale. [2]
Però c'è un problema: anche l'uomo di fiducia di Berlusconi (anzi, il tutore di Berlusconi, secondo il pubblico riconoscimento del presidente Napolitano), cioè il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, era advisor di Goldman Sachs dal 2007. [3]
L'azienda familiare di Berlusconi era, a sua volta, in cordata con Goldman Sachs per acquisire i diritti della trasmissione "Il Grande Fratello".[4]
Chi è stato poi a nominare un altro uomo di Goldman Sachs, Mario Draghi, alla suprema carica della Banca d'Italia nel 2005?
Guarda la combinazione: è stato il governo Berlusconi. Si trattava inoltre della prima volta che la nomina del governatore della Banca d'Italia non avveniva per via interna, ma per decisione governativa.[5]
Presentare Berlusconi prima come avversario, ed ora come vittima, dei "poteri forti" della finanza internazionale rientra quindi in quella fasulla narrativa epica sul berlusconismo che ha imperversato in questi anni. Dal discorso pronunciato alla Camera dal capogruppo PDL Fabrizio Cicchitto, sembrava quasi che il governo Berlusconi avesse tentato di nazionalizzare le banche ed avesse minacciato i sedicenti "mercati" di non pagare i debiti passati in caso di aumento degli interessi sui futuri BTP; invece tutta la politica berlusconiana è consistita nell'ossequio servile alle direttive del Fondo Monetario Internazionale e della BCE. E, del resto, che differenza c'è tra le istruzioni della nota lettera di Trichet ed i propositi da sempre dichiarati dal governo Berlusconi? Se molte privatizzazioni non si sono riuscite a fare, è stato perché non c'erano proprio i soldi per farle, perché le privatizzazioni non rendono all'erario, ma costano, ed anche parecchio.
Che ci sia stata una cospirazione internazionale per far cadere Berlusconi appare quindi irrealistico, data l'inconsistenza umana e politica del personaggio e dato, soprattutto, il suo inossidabile servilismo nei confronti dei poteri internazionali che contano, dalla NATO al FMI. Semmai può esserci stata una cospirazione per mantenerlo lì tutto questo tempo.
Ne sa qualcosa il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale ha salvato in quest'ultimo anno almeno due volte il governo Berlusconi in nome dell'emergenza finanziaria. La prima volta è stato nel novembre dello scorso anno, quando costrinse le opposizioni a rimandare di un mese il voto di sfiducia al governo con il pretesto dell'approvazione della legge di stabilità finanziaria. [6]
Quel mese di tempo concesso a Berlusconi consentì al coordinatore del PDL (e banchiere) Denis Verdini di completare la sua campagna acquisti nelle file degli schieramenti di opposizione, e quindi a Berlusconi di ottenere la fiducia nel voto alla Camera del 14 dicembre. Poi, nel giugno scorso, Berlusconi era boccheggiante dopo le batoste elettorali delle elezioni amministrative e dei referendum, in cui aveva dimostrato di non aver solo perso genericamente "consensi", ma soprattutto le sue clientele. Ma Berlusconi fu nuovamente salvato da Napolitano, il quale costrinse ancora una volta le opposizioni ad inchinarsi al governo allo scopo di far passare una manovra finanziaria che avrebbe dovuto salvare l'Italia dalle speculazioni, e che ha costituito invece il segnale di debolezza atteso da chi voleva iniziare l'attacco finanziario nei confronti dei BTP. [7]
Se si seguono i dati di cronaca, e non i commenti degli opinionisti, allora ci si rende conto che sono stati proprio il pretesto dell'emergenza finanziaria incombente e l'ombrello del Napolitano/presidente a consentire a Berlusconi un ulteriore anno di sopravvivenza. La cronaca dice anche che Napolitano non si è limitato al sostegno materiale nei confronti di Berlusconi, ma gli ha offerto un ampio sostegno morale, accusando di protagonismo e di sconfinamento dai propri poteri quei pochissimi magistrati che credono all'uguaglianza davanti alla legge. L'ultima sortita di Napolitano a riguardo c'è stata proprio nel luglio scorso, appena dopo il successo parlamentare del governo in occasione della manovra finanziaria imposta alle opposizioni. [8]
Agli inizi di questo novembre un'altra sommessa notizia di cronaca, di quelle non riprese dalle prime pagine, informava che il cosiddetto "Terzo Polo" avvisava Napolitano che non avrebbe votato altre manovre se prima non fosse stato dato lo sfratto a Berlusconi. [9]
Si è detto che non è stata la "sinistra" a far cadere Berlusconi, ma la "globalizzazione dei mercati". Quando non si sa, o non si vuole, fare cronaca, allora ci si improvvisa storici da strapazzo. In effetti la "sinistra" è troppo infiltrata e non può far nulla, ma a far cadere Berlusconi ci ha pensato il centrodestra di opposizione, e per la precisione l'UDC. Ad ottobre, al seminario di Todi, le organizzazioni del laicato cattolico, compresa la CISL, hanno riconfermato la loro presa di distanza dal governo, facendo intendere che il loro sostegno elettorale ormai era finito. L'UDC non è mai stata nominata al seminario, ma era chiaro dove i voti delle organizzazioni cattoliche avrebbero trasmigrato. A giudicare dal numero di ministri di area cattolica nel governo Monti, non si può dubitare che l'UDC ed il Vaticano siano stati i manovratori di tutta l'operazione; tanto che ora Casini lancia ufficialmente il progetto di una restaurazione democristiana. [10]
Ma il vero esecutore dell'affossamento della maggioranza berlusconiana è stato l'ex andreottiano Paolo Cirino Pomicino, da gennaio dirigente dell'UDC, il quale ha assunto il ruolo dell'anti-Verdini. [11]
Verdini è un mestierante della corruzione, Cirino Pomicino uno scienziato, quindi fra i due non c'era gara. Prima ancora che la caduta di Berlusconi si consumasse per la fuga dei parlamentari, l'avviso della probabile fine per il tiranno ed il nome del tirannicida circolavano già in cronaca; e l'incognita consisteva semmai, ed ancora una volta, nell'atteggiamento di Napolitano.
La fine di Berlusconi è dovuta ad intrighi parlamentari di stampo democristiano e non a congiure finanziarie internazionali, che sembravano semmai interessate a tenere in piedi un fantoccio come lui. Il berlusconismo è stato un fenomeno politicamente irrilevante in sé, ma ha costituito uno strumento formidabile di guerra psicologica coloniale della NATO e del Fondo Monetario Internazionale contro l'Italia.
La guerra psicologica coloniale oggi prosegue cercando di persuadere l'opinione pubblica che la liberazione dal tiranno/buffone sia avvenuta ad opera di truppe straniere, invece che per via interna. Si cerca quindi di stimolare quell'auto-razzismo che mitizza gli altri Paesi e vede una benedizione nell'essere colonizzati. Il berlusconismo, come strumento di psywar coloniale, è tutt'altro che defunto, perciò gli Italiani devono prepararsi ad espiare come una propria colpa gli anni del berlusconismo, ma anche le intemperanze dell'antiberlusconismo.
Il governo Monti non è in Italia il primo governo Goldman Sachs, ma è l'ennesimo governo Goldman Sachs. La differenza è che stavolta il governo esibisce una sorta di insegna al neon "Goldman Sachs"; e bisognerà capire quanto questa sovra-esposizione mediatica effettivamente converrà alla stessa Goldman Sachs.[12]
Monti all'inizio avrà vita facilissima, perché al confronto di Berlusconi chiunque potrebbe apparire un genio; ma non ci vorrà molto perché ci si accorga della sua disonestà intellettuale, già ampiamente esibita nei suoi passati commenti sul "Corriere della Sera"; o che ci si ricordi dei suoi sperticati elogi a Marchionne ed alla Gelmini.[13]

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