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22/09/2011

La polemica.

Quando mancano le capacità di replica due sono le strade percorribili: il silenzio e la polemica.
La classe dirigente italiana è egualmente abile in entrambe le discipline, in buona sostanza perché non ha mai un cazzo di valido e produttivo da dire alla gente.
Viste le condizioni generali (manca giusto che ci frani la terra sotto i piedi poi il quadro sarà completo) quella del silenzio è una strategia non più produttiva per soffocare le voci del dissenso proveniente dal basso, domina quindi la polemica più o meno chiassosa che sia.
E' il caso di questi ultimi giorni, in cui, nella bolgia delle ennesime intercettazioni indecorose con protagonista Berlusconi, è tornata a far parlare di se la TAV della Val di Susa, a seguito dell'incontro che Fazio ha tenuto nella sua trasmissione con Luca Mercalli. Il meteorologo, dissertando di clima e riscaldamento globale parla per 60 secondi di TAV e il giorno dopo parte la caciara politica, PD in  prima fila, che deve avere le mani ben in pasta in quest'affare da 20 miliardi di euro per brandire nei confronti di Fazio le medesime invettive che fino alla scorsa stagione il PDL scaricava sui Santoro o Floris di turno.
Ennesima dimostrazione che la sinistra, in Italia, non è più tale da almeno 20 anni.

Chetatasi la questione TAV, lo scontro verbale s'è inasprito con l'approssimarsi del voto sull'autorizzazione a procedere nei confronti di Milanese, il pupillo di Tremonti indagato nell'ennesima inchiesta di corruzione. Il più "estremo" sulla faccenda è stato Di Pietro che in un video messaggio ha esortato il Presidente del Consiglio a dimettersi al fine di sfrondare le tensioni sociali che montano nel Paese "prima che ci scappi il morto". L'aspra condanna in merito all'infausto presagio evocato dal segretario dell'IDV non sì è fatta attendere, anche questa volta prima di tutti è arrivato il PD.
Personalmente non credo che la moderazione dei toni sia stata invocata e imposta solo per salvaguardare la coesione nazionale, ma anche e soprattutto perché la classe dirigente (Di Pietro compreso)  ha sentore che il morto potrebbe scappare proprio tra le sue fila piuttosto che tra quelle dei "soliti" pezzenti.

Della serie "paura eh?"

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