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10/07/2011

Platoon

No avevo proprio idea di come passare la serata ieri, troppo caldo e poca voglia di sbattermi. Finisco per dare un'occhiata alla TV sperando d'imbattermi in qualcosa di decente come è capitato qualche sera fa con The Good Thief su Rai4.
Gira che ti rigira, finisco su Rai3, dove mi trovo davanti Platoon. Sarà il tempo trascorso dall'ultima volta che l'ho visto (sicuramente più di 5 anni) e soprattutto la diversa predisposizione con cui l'ho seguito ieri sera, fatto sta che la pellicola di Oliver Stone mi ha fulminato come non accadeva da nemmeno ricordo quanto.



A rivedere quelle scene, ho riflettuto su quanto sì sia impoverita la società degli ultimi 20 anni per divenire incapace di produrre e portare al successo documenti di questa caratura.
Il conflitto vietnamita è stato, infatti, l'ultimo grande protagonista del cinema di denuncia che ha vissuto il proprio momento d'oro nel decennio della restaurazione reganiana, spegnendosi con molta rapidità nel corso degli anni '90 e tramutandosi quasi in propaganda bellica con le produzioni degli anni 2000, in cui l'analisi critica alla natura della guerra è totalmente assente e i conflitti vengono descritti e fatti vivere al pubblico come si trattasse di videogiochi (vedi The Hurt Locker).

Il grave in tutto questo non è soltanto l'impoverimento culturale del cinema, quanto la totale assenza di critica verso la nostra società, che continua a sostentarsi mediante i conflitti.
A 46 anni di distanza dall'arrivo dei primi Marines in un conflitto che tanto ha smosso e ispirato le coscienze e l'intelletto della società civile, fa veramente tristezza constatare che nulla è cambiato in meglio.

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