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13/04/2011

Finché c'è guerra c'è speranza.

Mentre gli occhi del mondo sono puntati con più o meno interesse sulla infame situazione in Libia, poco sì dice e ancor meno sì conosce circa la crisi in Costa d'Avorio.
Dal poco che ho desunto parallelizzando il dipanarsi dei due scenari, ho la netta impressione che gli storici (e bastardi) mastini del colonialismo europeo siano tornati a mordere l'osso con forza, pretendendo una più "equa" spartizione del bottino altrui, che negli ultimi decenni era stato depredato prevalentemente dagli Stati Uniti.
Ennesima dimostrazione che questi anni di crisi, al posto di connotarsi come epoca di radicale superamento del sistema che ci ha condotti al tracollo (costantemente mistificato dalla disinformazione delle cifre), divengono semplice palcoscenico per la recrudescenza di di tutti quei fattori che il tracollo l'hanno direttamente provocato.

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