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02/08/2010

Estremo in senso lato

All'interno della musica moderna, il metal s'è sempre orgogliosamente proposto e ritenuto come la derivazione sonora estrema per antonomasia, sostanzialmente perché, quando nacque, c'era ben poco che potesse stargli dietro a livello d'impatto sonoro. Nessuno, infatti, aveva mai fatto tanto "casino" quanto i gruppi che diedero i natali all'heavy metal.

Tuttavia, col trascorrere dei decenni, le cose sono cambiate (basta pensare a come s'è evoluta la dance...) e considerare estremo un genere solo per come esce dalle casse dello stereo risulta un po' riduttivo.

Diventa, quindi, piuttosto interessante espandere l'orizzonte della questione considerando anche il messaggio (quindi il testo) che un brano va a veicolare.

Da questo punto di vista l'estremismo messo nero su bianco dal metal ha sempre avuto connotazioni abbastanza scontate, andando a parare più sui cliché scandalistici di facile presa sul pubblico (blasfemia fine a se stessa, immaginario horrorifico, morte in senso lato) che su una mirata demolizione della realtà contingente o di parte di essa (si pensi alla critica sociale o politica in gran parte assente nel genere - fatta eccezione per il thrash dove è comunque mantenuta sempre a livelli piuttosto generali -).

Per trovare liriche dotate di carica autenticamente estrema è quindi preferibile rivolgersi altrove, soprattutto se sì è alla ricerca di brani che sì cimentino nella costruzione d'una critica argomentata, sensata ed ironica della realtà (che è poi la vera essenza dell'estremismo di un testo, il cui obiettivo è stimolare il pensiero dell'ascoltatore e magari indurlo a scardinare o quanto meno distaccarsi da preconcetti e status quo propri della realtà in cui è calato).

A questa "causa" molto hanno offerto diversi cantautori italiani appartenenti ai generi più disparati.

Di seguito riporto una breve carrellata di pezzi che, nel messaggio, sono più "breaking the law" del 90% del metal pubblicato fino a oggi facendo proprio anche il merito di portare la poesia nella musica.

Enjoy!











PS: l'estesissimo pezzo di Gaber è forse quello che meglio condensa il mio discorso, ma è anche il brano più difficoltoso da assimilare perché richiede una conoscenza piuttosto approfondita dei fatti che hanno costruito la storia della Prima Repubblica di questo Paese.

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