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13/06/2010

Cronaca di una disfatta milanese

Per dare maggior spessore al discorso che ho affrontato in precedenza in merito al mio approccio ai concerti, propongo qui di seguito la recensione della serata meneghina degli Heathen (08/05/2010), che inizialmente avevo scritto per essere pubblicata su altri lidi dove, però, non è risultata idonea a livello di toni e giudizi. In merito ho anche avuto la possibilità di confrontarmi con gli organizzatori della serata che mi hanno fornito spunti interessanti per aggiustare il tiro della mia critica.
Buona lettura.

Quando scrivo un report, solitamente mi diverto a condirlo con una buona dose di voli pindarici più o meno ironici. Questa volta, però, ho pensato di sperimentare il marzulliano schema “si faccia una domanda e si dia una risposta”, detto fatto!

Com’è stata la data milanese degli Heathen?
Una MERDA!

Perché un giudizio così categorico?
Il discorso è semplice, quando una persona macina qualche centinaio di chilometri e PAGA un biglietto (18€) per vedere all’opera un gruppo che lo appassiona, PRETENDE di assistere a uno show il cui minimo comune denominatore sia la DECENZA, equamente distribuita tra qualità minima del locale, dei SUONI, dei gruppi di supporto e ovviamente del protagonista della serata.
Bene, di quanto sopra non c’è stata minima traccia nella data milanese del tour degli Heathen.
Il locale (Club 71, zona Rogoredo) in cui Nihil Production/Punishment 18 hanno organizzato la serata è quanto di più inadeguato, per acustica, si potesse scegliere. I gruppi a supporto degli Heathen erano il canonico carosello di band thrash INUTILI, in quest’occasione facenti capo alla Punishment ma nulla sarebbe cambiato se al posto del genuino sottobosco dell’etichetta milanese ci fosse stata la marmaglia triveneta.
Tornando al discorso suoni, il necessario tributo va corrisposto anche all’allampanato col berrettino in testa (ma vai a spaccare le pietre rumenta!!!) che “curava” il mixer*.
Il professionista in questione s’è reso autore di uno scempio senza precedenti, stuprando la prestazione degli Heathen che potenzialmente si poteva candidare a concerto dell’anno, perché la band di San Francisco era in gran spolvero (giusto White sembrava patire i postumi della precedente serata romana), invece, tutto è stato mandato a puttane fin dall’inizio grazie al costante mutismo di entrambe le chitarre e saltuariamente del microfono di White, “bilanciati” (si fa per dire…) da basso e batteria amplificati oltre ogni soglia di tollerabilità.
A fronte di quanto scritto finora e a dispetto di tanti che sbandierano la necessità di fare quadrato nei confronti delle realtà che coltivano l’ambiente metal in Italia, io mi auguro che tutto l'universo gravitante intorno a questi eventi finisca gambe all’aria, perché se i concerti devono essere sempre organizzati e gestiti in maniera indegna è meglio non vederne nemmeno uno in casa propria!

* Inizialmente ero convinto fosse stato ingaggiato dagli organizzatori, in realtà gli stessi mi hanno fatto presente che la persona è il fonico "ufficiale" di Heathen oltre che Exodus, Death Angel ecc (sti gran cazzi - ndr-).

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